SIRACUSA – Arrivano dal governo regionale i primi commenti a margine dell’incontro sulla vertenza Eni-Versalis convocato dal Mimit e tenuto questo pomeriggio nella sede di Palazzo Piacentini alla presenza del ministro Adolfo Urso.
Al tavolo ministeriale il management Eni, le Regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Puglia, Sicilia, Veneto e le organizzazioni sindacali.
La riunione era stata convocata dopo la firma del verbale di intesa tra l’azienda del gruppo Eni e i sindacati sul piano di riconversione industriale, che “garantisce la continuità occupazionale, il mantenimento delle produzioni a valle del cracking e che si fonda su un modello di sostenibilità industriale – rendeva noto alcuni giorni fa il Mimit – Il confronto si inserisce nel percorso avviato con i due tavoli tecnici dedicati ai siti regionali di Sicilia e Puglia“.
Alla conclusione dell’incontro, esprimono soddisfazione gli assessori regionali Edy Tamajo e Alessandro Dagnino, al tavolo romano in rappresentanza del governo Schifani. “Oggi Eni, alla presenza del ministro Adolfo Urso, ha confermato che saranno garantiti tutti i livelli occupazionali, sia diretti che dell’indotto, nei siti industriali di Priolo (vedi foto di repertorio in copertina, ndr) e Ragusa, con un massiccio investimento per la Sicilia – dichiara l’assessore regionale alle Attività produttive, Tamajo, che aveva ricevuto i vertici Eni a Palermo lo scorso 26 febbraio – Ha anche ribadito l’impegno per la riconversione industriale dell’area. Il governo Schifani segue questa vicenda sin dall’inizio e continua a lavorare affinché la nostra regione sia protagonista nel rilancio dell’industria chimica italiana, in linea con quanto affermato dal ministro che ha ribadito l’importanza di rendere l’intero comparto più competitivo e sostenibile“.
“Al tavolo sulla vertenza Eni Versalis, a nome del governo Schifani, abbiamo chiesto e ottenuto che sia garantita l’invarianza dei livelli occupazionali in Sicilia – ribadisce l’assessore regionale dell’Economia, Dagnino – Inoltre, registriamo importanti aperture sul fatto che l’investimento della società miri anche alla piena riqualificazione delle aziende collegate allo stabilimento e non si limiti al “massimo coinvolgimento” dell’indotto. Il mutamento radicale delle attività d’impresa, infatti, richiede maggiori garanzie per il territorio“.
Il Mimit porterà avanti la questione in sede europea, all’appuntamento del Consiglio Competitività del prossimo 12 marzo, in cui l’Italia è riuscita a inserire nell’ordine del giorno le proprie proposte per la revisione del CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism), cioè il Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere, a tutela delle industrie energivore strategiche quali Chimica e Siderurgia.