La Gazzetta Siracusana

Etna, diventano tre le bocche effusive attive

ETNA – L’Etna, nel giro di poche ore, ha visto passare da una a tre le bocche effusive attive, con colate laviche che interessano i versanti sud e sud-ovest del vulcano, confermando una fase eruttiva dinamica e in rapida evoluzione.

Nella giornata di ieri, 20 agosto, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) – Osservatorio etneo, ha diffuso tre aggiornamenti che ricostruiscono l’evoluzione.

In mattinata, alle 11,46 ora italiana, l’Ingv segnalava che la bocca effusiva a quota 2.980 metri sul livello del mare rimaneva ben alimentata, dando origine a un campo lavico in parte ingrottato e in parte in avanzamento con tre bracci principali verso sud-ovest. Il fronte più avanzato era stato localizzato intorno ai 2.300 metri di quota, a monte della Grotta degli Archi. Contestualmente proseguiva l’attività stromboliana al Cratere di Sud-Est, con intensità variabile e sporadiche emissioni di cenere rapidamente disperse in atmosfera. Come si apprendeva dai bollettini dell’Ingv, l’ampiezza del tremore vulcanico si manteneva su valori alti, con tendenza all’incremento, mentre gli strumenti di monitoraggio delle deformazioni non mostravano variazioni ritenute significative.

Poco dopo, alle ore 12,28, un nuovo sopralluogo in quota ha documentato l’apertura di una seconda bocca effusiva, a circa 3.100 metri, alla base della sella tra la Bocca Nuova e il Cratere di Sud-Est. Da qui fuoriusciva un piccolo flusso lavico diretto verso sud, accompagnato da una debole attività di spattering. Rimaneva attiva anche la bocca a quota 2.980 metri.

Infine, nel pomeriggio, alle ore 18,39, l’Ingv ha confermato l’apertura di una terza bocca effusiva, questa volta sul fianco meridionale del Cratere di Sud-Est a circa 3.200 metri di quota. Il nuovo flusso lavico si dirige verso sud-ovest, mentre continuano a essere alimentati i due condotti già attivi a 3.100 e 2.980 metri. È proseguita anche l’attività stromboliana al Cratere di Sud-Est, con emissioni di cenere sparse. Come si legge nei bollettini dell’Ingv, sul fronte geofisico, il tremore vulcanico è rimasto su valori elevati e localizzato nell’area del Cratere di Sud-Est, a circa 3.000 metri di profondità. L’attività infrasonica, invece, ha mostrato una diminuzione rispetto al mattino. Le reti di monitoraggio non hanno registrato deformazioni significative, salvo una lieve variazione clinometrica ritenuta compatibile con l’attività in corso.

(Nella foto di copertina di Orazio Valenti: l’attività delle nuove bocche effusive dell’Etna ieri sera alle ore 21)

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