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Siracusa, uomo muore per emorragia cerebrale: la famiglia dona fegato e cornee

SIRACUSA – Nei giorni scorsi nell’ospedale “Umberto I” di Siracusa è stato eseguito il terzo prelievo multiorgano dell’anno, grazie alla donazione, nel rispetto della volontà espressa dalla famiglia, di un uomo ricoverato nel reparto di Rianimazione diretto da Francesco Oliveri e deceduto per una emorragia cerebrale massiva.

Il Coordinamento aziendale per i prelievi e i trapianti diretto da Graziella Basso, dopo l’attivazione della commissione per l’accertamento di rito, ha iniziato la valutazione di idoneità degli organi e tessuti e la sicurezza e allocazione degli organi destinati ai pazienti in lista d’attesa per un trapianto. Il Coordinamento, in stretto e continuo dialogo con Il Centro regionale trapianti Sicilia, ha messo in moto la macchina organizzativa che ha concluso positivamente il percorso con il prelievo di fegato e cornee.

Il prelievo di organi ha impegnato (vedi foto di copertina), oltre al blocco operatorio dell’ospedale di Siracusa che ha affiancato l’équipe di Bari, il personale di Anestesia e Rianimazione, Neurologia e Neurofisiopatologia, Laboratorio Analisi, Radiologia, Anatomia patologica, Cardiologia, Oculistica, personale del 118 e della Polizia di Stato.

Il direttore generale dell’Asp di Siracusa, Alessandro Caltagirone esprime “cordoglio e un sentito ringraziamento alla famiglia del donatore – si legge nella comunicato dell’Azienda sanitaria – che, in un momento di estremo dolore, ha assunto una decisione di grande umanità e generosità, e il riconoscimento al Coordinamento per i prelievi e i trapianti dell’importante lavoro di rete di tutti gli operatori che testimonia un esempio di competente e professionale integrazione multidisciplinare“.

Il coordinatore aziendale per i prelievi e i trapianti, Graziella Basso sottolinea la delicatezza del tema della cultura della donazione degli organi, strettamente legato ad “una scelta difficile, da prendere in un momento di sofferenza profonda, quando nello sconforto di una perdita, la famiglia trova il coraggio di donare gioia a chi è in lista d’attesa”. “Con la donazione – dichiara Basso – ogni uomo diventa medicina per l’altro e un plauso va al donatore, alla sua famiglia e agli operatori sanitari che l’hanno affiancata dimostrando umanità e amore”.


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