La Gazzetta Siracusana

A Buscemi il Teatro Potlach con proiezioni immersive sulle tradizioni tramandate

BUSCEMI – Un’installazione multimediale che nasce da una ricerca sul patrimonio culturale e dalle tradizioni orali del borgo montano di Buscemi. L’evento, in programma sabato prossimo 5 aprile, alle ore 21, nell’auditorium San Giacomo (via Libertà 10), tradurrà queste scoperte in proiezioni immersive (vedi foto di repertorio in copertina) con immagini e suoni, narrazioni ispirate alla leggenda della Madonna del Bosco, con la partecipazione e il coinvolgimento di attori e performer del Teatro Potlach e della comunità di Buscemi.

L’iniziativa rientra nel progetto “Buscemi borgo immateriale”, finanziato dal Pnrr (Missione 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, Component 3 – Cultura 4.0 (M1C3). Misura 2 “Rigenerazione di piccoli siti culturali, patrimonio culturale, religioso e rurale”, Investimento 2.1: “Attrattività dei borghi storici”, finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEU) e vede il coinvolgimento del famoso Teatro Potlach, di Fara Sabina, piccolo centro in provincia di Rieti. Fondato nel 1976 da Pino Di Buduo e Daniela Regnoli, nel 1979 l’attrice svizzera Nathalie Mentha si unisce al gruppo e da allora i tre costituiscono il gruppo fisso del Teatro Potlach.

Nei giorni scorsi artisti e tecnici del Teatro Potlach si sono dedicati agli allestimenti e alle prove tecniche. In questo giovedì 3 aprile si svolgeranno incontri con le associazioni e i partecipanti locali, con i quali si condurrà un laboratorio teatrale. Il coordinamento è del regista del Teatro Potlach, Pino Di Buduo.

Saranno utilizzati diversi proiettori di ultima generazione. L’evento è inserito all’interno di una programmazione artistica, diretta da Lucenzo Tambuzzo, organizzata sempre nell’ambito del progetto “Buscemi borgo immateriale” finanziato dal Pnrr, che prevede, tra le altre cose: la creazione di spazi di aggregazione, azioni di valorizzazione del patrimonio culturale immateriale, miglioramento dell’ecomuseo con installazioni immersive, creazione di esperienze e itinerari, organizzazione di festival ed eventi, creazione di un’impresa di comunità.

Il progetto ‘Buscemi borgo immateriale’ – riferisce il direttore artistico Lucenzo Tambuzzo scommette sulla rivelazione della bellezza dei monumenti, delle chiese, del paesaggio e delle relazioni umane di un luogo silente, che ha molto da raccontare. Con l’evento del Teatro Potlach si accendono i riflettori su questo splendido borgo affinché possa essere visto e riscoperto dai suoi stessi abitanti e da tutti quelli che lo visiteranno, perché spesso la quotidianità offusca l’eccezionalità che ci sta davanti, ma che grazie all’arte può essere svelata. Un racconto che è solo all’inizio”.

Sono felice di presentare un ricco programma di attività che si terranno a Buscemi durante la prima settimana di aprile – dichiara Michele Carbè, sindaco di Buscemi – Da sempre il nostro paese si è contraddistinto per aver coltivato un’intensa attività teatrale ed il teatro da noi è una tradizione di anni e molti sono i buscemesi che hanno avuto modo di misurarsi con le loro doti istrioniche. Per questo motivo le iniziative promosse in seno al progetto ‘Buscemi borgo immateriale’, modificato secondo le linee guida dettate dalla mia amministrazione, costituiscono un filo rosso con le inclinazioni e le potenzialità del nostro centro. Investire sulla cultura, sul patrimonio immateriale locale e sulla riscoperta della nostra identità in un imprescindibile confronto con il passato – sottolinea il primo cittadino di Buscemi – hanno sostanziato da sempre il mio operato e quello della presente amministrazione. Per tali ragioni invito tutta la cittadinanza e le comunità vicine alla partecipazione attiva e proattiva alle attività proposte dal programma”.

Come si apprende dal comunicato stampa sull’imminente evento a Buscemi, il nome Teatro Potlach deriva dagli studi antropologici dei fondatori, e significa, nel linguaggio degli indigeni dell’America nord­occidentale, il rito del dono gratuito, che conferisce prestigio a chi lo elargisce e a chi lo riceve, superando le leggi del mercato e del profitto. La storia del Potlach nasce da una scelta di rifiuto e di ricerca dell’altrove, che ha spinto i suoi fondatori a designare come sede del teatro Fara Sabina, piccolo centro della provincia di Rieti. Lavorare sull’essenza tecnica del teatro, sulla ricerca dell’attore totale e della composizione drammatica basata sull’azione fisica, ha significato dedicarsi a una continua autoformazione, oltre i confini dell’idea istituzionale del teatro, nello scambio con il circo, la danza e la performance musicale, attraverso l’esperienza costante del viaggio e del contatto sul campo con le culture performative europee, asiatiche e latinoamericane.

L’identità artistica del Potlach si è espressa contemporaneamente nella produzione di spettacoli di sala e di spettacoli di strada, e nell’attivazione di iniziative pedagogiche che hanno coinvolto l’insieme delle tecniche espressive e performative, in un continuo scambio di intenti e di strumenti con gruppi nazionali e internazionali, alla ricerca di un profilo professionale capace di offrire spettacolo ad ogni tipo di pubblico.

Lo sviluppo delle ricerche sulla pedagogia, la composizione e lo spazio dell’azione ha prodotto dal 1991 ad oggi numerose attuazioni del progetto “Città invisibili” in cui l’intervento del Teatro Potlach ha mobilitato artisti e comunità di centri urbani in Europa, in America e in Asia. Il progetto continua a proiettare e a rigenerare i fondamenti del lavoro teatrale fuori dai teatri e consiste nella trasformazione degli spazi quotidiani attraverso la scoperta dell’identità culturale del luogo e l’elaborazione dell’energia creativa dei suoi abitanti.

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