Canicattini – L’esperienza e le “buoni prassi” in tema di accoglienza attuati dal Sistema di protezione per richiedenti asili e rifugiati (Sprar) “Obioma” di via del Seminario a Canicattini Bagni, voluto dall’Amministrazione comunale e gestito dalla cooperativa sociale Passwork, per dare il proprio contributo al fenomeno dell’immigrazione e dell’integrazione, diventano modello per essere raccontate a livello nazionale.
È stato infatti pubblicato, a cura del Servizio Centrale Sprar di Roma, in collaborazione con l’Anci nazionale, l’opuscolo “Storie dalla rete dello Sprar. L’accoglienza: un’opportunità di crescita per i territori”, in cui vengono raccolti e raccontati alcuni dei casi e delle esperienze realizzate nei progetti locali di accoglienza, pubblicati nel Rapporto Sprar 2014, nel secondo Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2015 e su Redattore Sociale, per favorire una corretta informazione sul tema, per uscire da stereotipi e luoghi comuni.
Protagonisti delle storie sono rifugiati e cittadini che insieme collaborano per la cura e la valorizzazione degli spazi comuni, o che contribuiscono a migliorare ed arricchire servizi, a dimostrazione che l’accoglienza produce vantaggi per l’intera comunità locale.
Fra le tante storie, in tutta l’Italia, di buona accoglienza e integrazione che sono state raccontate ci sono anche quelle di due delle donne ospiti del Centro Sprar “Obioma” di Canicattini Bagni, che accoglie soprattutto donne e famiglie “fragili”, con disagio, fuggite dalle guerre, dalle violenze e dalle discriminazioni.
Donne e famiglie che con il sostegno degli operatori di Passwork, dopo un percorso di assistenza, anche psicologica, sentono il bisogno di rendersi utili alla comunità che le ha accolte, accumunate sempre più dalla volontà di tornare a vivere puntando sulle proprie capacità e competenze.
Le storie raccontate nell’opuscolo nazionale pubblicato dal Servizio Centrale Sprar e dall’Anci, riguardano due donne, un’irachena ed una eritrea, Azadeh e Jamila (nomi inventati per non metterle a rischio), che dopo un viaggio difficile, spesso complesso, che le ha portate ad attraversare molti Paesi, come nel caso di Azadeh (Turchia, Norvegia, Svezia, e Italia, dove da Bari e arrivata a Canicattini Bagni), si sono integrate perfettamente nel tessuto sociale che li ospita.
Azadeh, che ama tanto i bambini, presta la sua attività nell’Asilo Nido comunale, e riceve quotidianamente l’apprezzamento del personale e dei genitori dei bambini, per l’impegno e l’amore che mette nel lavoro.
Mentre Jamila, brava nella preparazione di dolci, dopo un tirocinio in un bar di Canicattini Bagni, è stata avviata in un percorso formativo in una nota pasticceria del Comune capoluogo di Siracusa, anche lei tra l’apprezzamento dei colleghi e dei titolari, e la felicità del ricongiungimento, curato dallo stesso Sprar, con il marito che era rimasto in Eritrea.
Due belle storie d’integrazione raccontate a tutta l’Italia.
«Siamo veramente soddisfatti dei risultati dello Sprar “Obioma” – ha detto il Sindaco Paolo Amenta – e del percorso di integrazione che le ospiti hanno intrapreso, che testimonia la professionalità e l’impegno della cooperativa Passwork di Canicattini Bagni, a cui sin dalla nascita abbiamo affidato il Centro, che ha saputo raccogliere, e trasferire nel territorio,il messaggio di accoglienza dell’Amministrazione comunale. Il progetto intrapreso e avviato dagli operatori di “Obioma”, d’altra parte, dopo una attenta fase di assistenza e sostegno, tende ad una reale accoglienza integrata delle ospiti nel tessuto sociale che le ha accolte. Un modello che ha come obiettivo, come già avvenuto per altre ospiti perfettamente integrate e che hanno lasciato “Obioma”, all’autosufficienza e a rendere autonome queste donne, rendendole padrone e protagoniste del loro futuro».