La Direzione Investigativa Antimafia di Catania, in queste ore, sta sequestrando beni mobili e immobili riconducibili e nella disponibilità del boss di cosa nostra BRUNNO Sebastiano, alias Neddu ‘a crapa e del suo nucleo familiare.
Le attività di sequestro scaturiscono dal provvedimento emesso dal Tribunale di Siracusa – Sezione Penale a seguito di una proposta di applicazione di misura di prevenzione patrimoniale avanzata dalla Procura della Repubblica di Catania, diretta dal dott. Giovanni Salvi, all’esito degli accertamenti delegati al Centro Operativo DIA di Catania, diretto dal Primo Dirigente della P.S. dr. Renato Panvino.
BRUNNO Sebastiano, il cui nome era inserito nell’elenco dei ricercati più pericolosi e già condannato, nel 2005, dalla Corte di Assise di Appello di Catania, alla pena dell’ergastolo per il reato di concorso in omicidio aggravato di AGNELLO Nicolò, è considerato a capo del clan lentinese “Nardo”, legato al gruppo Santapaola di Catania. Nel 2009 la citata condanna inflitta al BRUNNO diventò definitiva e lo stesso, al fine di sottrarsi alla gravosa espiazione della pena, si rese irreperibile, rimanendo “latitante” fino al 2 ottobre scorso, quando fu arrestato a nord dell’isola di Malta.
L’odierno provvedimento di sequestro aggredisce l’intero patrimonio riconducibile all’ex superlatitante, tra cui un appartamento sito a Carlentini, che benché risulti ancora intestato all’impresa costruttrice che lo realizzò, secondo numerose evidenze investigative è assolutamente da ritenere nella disponibilità del BRUNNO Sebastiano.
Oltre alla marcata sperequazione tra redditi e patrimonio del boss lentinese, hanno consentito di ricostruire una chiara riconducibilità dell’appartamento in sequestro al BRUNNO anche le dichiarazione rese da un collaboratore di giustizia che ha riferito: “l’appartamento dove abita ancora oggi la famiglia Brunno (a Carlentini, in zona Balate di Zacco) è tuttora intestato al costruttore …omissis…, ma si tratta di un trucco finalizzato ad evitarne il sequestro da parte della magistratura; ciò mi è stato raccontato dallo stesso Brunno nel 2007-2008”.
L’attività del Centro Operativo di Catania è incentrata sul principio “di doppia azione”, cioè oltre al contrasto al crimine, assicurando alla giustizia i partecipanti ai sodalizi criminali, si affianca quello patrimoniale, al fine di spogliare di qualunque risorsa i sodalizi criminali depotenziando l’intera organizzazione ed è proprio in tale ambito si innesta il sequestro del patrimonio del BRUNNO Sebastiano, del valore stimato in circa 200.000,00 euro, che testimonia una costante attenzione all’evoluzione del fenomeno mafioso da parte della Magistratura in stretta collaborazione con la Direzione Investigativa Antimafia.