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Consegnate le benemerenze ai sindaci che hanno amministrato Floridia

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FLORIDIA – Ricordati i sindaci che hanno governato il Comune di Floridia dal 1946 fino ad oggi. La manifestazione che ha avuto come tema “i sindaci nell’era Repubblicana” si è svolta in piazza del popolo. Erano presenti il prefetto di Siracusa Armando Gradone, il sindaco di Floridia Orazio Scalorino, il comandante della tenenza dei Carabinieri Luogotenente Lo Giudice, il comandante della Polizia Municipale Maria Grazia Alderuccio, gli assessori. Erano inoltre presenti i sindaci che si sono succeduti negli anni e i familiari dei sindaci scomparsi.

Sul cambiamento della figura del sindaco in questi 69 anni il sindaco di Floridia Orazio Scalorino ci ha risposto: “Ovviamente è cambiata in maniera radicale anche se in un primo momento vi era una elezione diretta da parte dei Sindaci. Successivamente i Sindaci erano fortemente condizionati dal voto del consiglio comunale. Ma è cambiata in generale la pubblica amministrazione oggi ci troviamo dinanzi ad una amministrazione diciamo più veloce, i cambiamenti sono più radicali ma questo momento importante soprattutto ricordare chi ci ha preceduto. Sono state tutte delle persone oneste, delle persone che hanno chi più, chi meno, hanno rappresentato la città di Floridia. Io sono il 24° sindaco e questo di oggi è un evento importante per due ragioni: il primo perchè ricordiamo la nostra Repubblica. Il secondo motivo perchè ovviamente ricordiamo anche chi ci ha preceduti nel mandato politico amministrativo. Quindi è un messaggio di profondo rispetto nei confronti di chi è venuto prima di noi pur consapevoli del fatto che ovviamente si tratta di realtà diverse. Io sono un sindaco della seconda, se non della terza repubblica e ovviamente chi mi ha preceduto era legato ad altre modalità di fare il sindaco e in altri modi si faceva il sindaco”.

Il professore Astuto in merito ha detto: “Quando si studiano i sindaci il problema più importante è collegare i protagonisti con la legislazione a livello regionale perchè le regioni hanno potere autonomo e quindi da questo punto di vista è chiaro che la legislazione influisce sull’attività dei sindaci. Il 1946 è una data importante perchè dopo il ventennio fascista nella fase della transizione istituzionale il Governo De Gasperi decide prima ancora che venisse attuata la Costituzione Italiana di smantellare il sistema podestarile. Quindi si va alla elezione democratica dei sindaci. Da un sistema in cui il sindaco – il podestà- che era un’organismo monocratico cioè scelto dal Prefetto e dal Ministero dell’Interno, il sindaco viene scelto dalla popolazione. Questo segna una svolta è questa figura istituzionale importante ha una legittimazione popolare. Il secondo elemento che i primi sindaci hanno un compito difficilissimo che è quello della ricostruzione del paese dopo il periodo bellico. Naturalmente la legislazione a livello nazionale è una legislazione che in qualche modo rappresenta una continuità perchè la legge comunale e provinciale del 1934 non viene mutata se non nella parte riguardante le istituzioni e la elettività dei sindaci ma non si tratta di una elezione diretta dei sindaci, la elezione diretta dei sindaci ci arriveremo negli anni ’90. Quindi questi protagonisti della ricostruzione si trovano di fronte a una legislazione in qualche modo riprende i tratti autoritari e nello stesso tempo devono affrontare problemi enormi. Io ritengo che questi protagonisti e qui bisogna naturalmente andare a vedere da luogo a luogo, purtroppo la storiografia sconta un notevole ritardo sulla ricostruzione di questi protagonisti. L’ANCI, dove di recente mi sono recato per presentare la figura di un sindaco mitico di Catania De Felice, sta avviando tutta una serie di ricerche a livello locale”.

Il prefetto di Siracusa invece ci ha parlato della festa della Repubblica che negli ultimi anni a Siracusa sta riscuotendo un enorme interesse da parte dei cittadini ma soprattutto da parte delle scuole: “ Io da quando sono io in qualche modo a dover coordinare i lavori preparatori della Festa mi sono sempre chiesto in che modo fosse possibile rendere questa festa popolare a cominciare della scelta dei luoghi. Già il primo anno che mi trovavo a Siracusa ragionai con gli interlocutori del sistema sicurezza in particolare le forze dell’ordine, forze militari quale potesse essere il luogo fisico dove questa partecipazione di popolo potesse essere favorita al meglio. Avevamo pensato di portare la festa della Repubblica in Piazza Santa Lucia dove credo non si sia mai svolta. Poi da parte di alcuni componenti delle forze dell’ordine furono manifestate delle preoccupazioni dal punto di vista della sicurezza e quindi abbiamo fatto la prima edizione in piazza Duomo, poi la seconda al Castello Maniace e quest’anno siamo tornati alla dogana perchè ci sembrava quel luogo essendo un po uno snodo di collegamento tra la città e Ortigia potesse consentire una maggiore partecipazione di popolo. Analogo impegno abbiamo cercato di rivolgere al mondo della scuola proprio per favorire la partecipazione degli alunni a questa festa che considero la festa più importante del paese. La Festa della Repubblica è la festa dei cittadini perché non è la festa delle forze armate. La presenza in quel contesto di tutto l’apparato di sicurezza, di forze militare, della croce rossa, delle associazioni d’arma è un modo per far vedere il paese unito. Le istituzioni, i comuni con i loro stendardi e quest’anno c’erano un numero significativo di amministrazioni comunali che è intervenuta alla festa è un modo di far vedere la coesione delle istituzioni in questa giornata. Però è anche una festa che si rivolge ai cittadini, che mira a rivolgersi ai cittadini e secondo me deve parlare proprio ai cittadini. E non si può parlando ai cittadini non far presente delle difficoltà del momento, i disagi che il paese sta vivendo e quindi cercare di individuare una via di rilancio, di nuove prospettive di crescita, nuove prospettive di sviluppo del territorio. Questo è stato il mio sforzo che ho cercato di trasfondere nel mio piccolo intervento, non so se questi miei sentimenti e queste idee siano passate e mi rendo conto che è sempre difficile farsi ascoltare quando si parla ad un grande pubblico e l’ho fatto con grande emozione”.

Infine l’Avvocato Antonino Spada ha parlato in maniera dettagliata e precisa dei sindaci di Floridia che si sono succeduti negli anni e che hanno dato lustro alla nostra città basti pensare che cinque sindaci hanno ricoperto anche la carica di deputati regionali (Scalorino, Romano, Santacroce, Cantone, Ortisi) e due di loro Santacroce e Cantone anche la carica di assessore Regionale.

Ecco i nomi dei sindaci a cui è andata la benemerenza da parte dell’Amministrazione comunale di Floridia. Orazio Scalorino (nonno dell’attuale sindaco n.d.r), Enrico Gallitto, Michelangelo Pappalardo, Salvatore Cartelli, Paolo Romano, Concetto Santacroce, Biagio Cantone, Filippo Ferlito, Vito Giuffrida, Salvatore Uccello, Giuseppe Valenti, Paolo Germano, Antonio Gallo, Salvatore (Tucci) Uccello, Apollonio Ierna, Salvatore Failla, Egidio Ortisi, Domenico Romano, Giuseppe Ferrante, Gaetano Gallitto, Giuseppe Latina, Antonio Rudilosso, Arturo Spadaro. Subito dopo nell’aula consiliare “Giovanni Spada” è stata inaugurata una mostra permanente dove sono raffigurati i volti dei sindaci di Floridia. La mostra è stata curata da Alfredo Raniolo e la serata è stata presentata da Elio Miano.

Salvatore Pappalardo


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