Floridia – Si è insediato ieri pomeriggio il nuovo parroco della Chiesa del Carmine a Floridia, Padre Salvatore Savaglia. La celebrazione Eucaristica è stata presieduta dall’Arcivescovo di Siracusa Salvatore Pappalardo ed hanno concelebrato i sacerdoti delle parrocchie di Floridia, ma anche sacerdoti provenienti dai comuni vicini. Erano presenti anche molti fedeli di Brucoli venuti a Floridia per partecipare alla Messa di insediamento del giovane sacerdote.
L’Arcivescovo di Siracusa Salvatore Pappalardo nella sua omelia ha detto: “Mi è capitato in questo periodo di presiedere celebrazione eucaristiche con queste formalità di presentare al popolo di Dio o meglio di consegnare al popolo di Dio un nuovo parroco come al parroco consegno tutti voi perchè possiate camminare nella fede dell’azione, crescendo nella fede, nella speranza e nella carità. In questa occasione mi è spontaneo il pensiero della gratitudine al Signore perchè ci dona sacerdoti. Gratitudine a chi ha servito una comunità come Padre Moncada. Gratitudine ai sacerdoti che hanno prestato il servizio e a quelli che danno la disponibilità ad assumere questo servizio. A voi chiedo di pregare perchè il Signore mandi numerosi e sante vocazioni al ministero sacerdotale. Vi comunico con gioia che per l’Immacolata ordinerò cinque diaconi per il sacerdozio. La prima domenica d’avvento – ha aggiunto l’arcivescovo – ci prepara all’incontro con i Signore. Il Natale la festa passa ma l’incontro con il Signore vede la Chiesa tutta intera che aspetta la venuta del Signore. Gli Apostoli questo l’hanno capito da Gesù ma andate a predicare il Vangelo in tutto il mondo in attesa della sua venuta. Il Signore viene a renderci partecipi della sua Gloria. In una visione Cristiana noi attendiamo il Signore nel momento come Lui vuole che sarà il migliore per noi teniamoci pronti a questo incontro con il Signore. Si è il momento della morte il passaggio da questa vita alla vita eterna. Il Signore viene per accoglierci e presentarci al Padre Suo per renderci pienamente partecipi di quell’abbraccio di Misericordia che Dio ha per tutti i suoi figli. E a noi ha chiesto di attendere con speranza, con fiducia e di prepararci con le buone opere a questo incontro con il Signore”.
Prima della benedizione finale il neo parroco Salvatore Savaglia ha rivolto il suo saluto ai fedeli dichiarando: “I grandi padri della Chiesa ci ricordano che gli edifici sacri sono l’immagine del popolo che vi si raduna. Già San Paolo insegnava come il vero Tempio di Dio abitato dallo Spirito Santo è costituito da coloro che cedono nel suo figlio Gesù. Non posso che ammirare lo splendore di questo edificio pregustando la bellezza della comunità che mi è stata affidata. Mi piace pensare che la scalinata della Chiesa sono l’icona del desiderio di salire sempre più in alto di quanti in questo tempio radunano per pregare. Esse sono lo strumento attraverso il quale noi ogni volta abbiamo una piccola ascesa fisica e spirituale verso quel monte che è Cristo stesso. Le scale servono anche per scendere – aggiunge Padre Savaglia – in tal modo ci ricordano che siamo chiamati a verificare con l’urgenza duplice di coniugare in ogni nostra ascesa verso Dio con una discesa verso i nostri fratelli. Quelli stessi gradini che ci hanno permesso di incontrare il Signore ci mettano nel cuore il desiderio di discendere con la stessa fretta di Maria e di farci prossimi dei più deboli, dei più poveri, dei più soli. Desidero pensare a questa bella navata elegantemente decorata da splendidi fregi come la barca più piccola che cammina nella rotta abbracciata a quella maggiore la nostra Chiesa Diocesana. In questa barca trovo con piacere uomini e donne che si sono impegnate a custodirla con amore e grande senso di responsabilità. Sono parte di una comunità che con la grazie del Signore imparerò a sentire ogni giorno di più parte della mia vita e a servire quale padre e pastore con le mie forze, la mia preghiera e il mio amore. Giungo gioioso e trepidante sulla vostra strada, Cristo è la vetta verso cui tendiamo la Chiesa il nostro cammino e vi chiedo di camminare insieme”.
Salvatore Pappalardo