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I produttori di alimenti possono far consumare i loro prodotti vicino ai loro negozi. Approvate le regole da parte del Consiglio comunale di Siracusa

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SIRACUSA – I produttori o rivenditori di alimenti possono far consumare i loro prodotti in prossimità dei negozi se si atterranno alle prescrizioni del Comune. Le regole in questione sono state decise stamattina, con voto a maggioranza, dal consiglio comunale. L’assise si è occupata anche di due mozioni relative alle procedure sull’assegnazione dei contributi. Dopo quasi quattro ore di dibattito, la seduta è stata rinviata a domani per mancanza del numero legale.

Rimandata in commissione, invece, una proposta di variante urbanistica in un subcomparto nei pressi di viale Epipoli; per questa vicenda, che risale al 2011, è stata avanzata una richiesta di risarcimento di quasi 2 milioni di euro a causa del ritardo accumulato per la decisione. La richiesta di rinvio, votata a maggioranza, è stata avanzata dal vice presidente, Enrico Lo Curzio, che ha informato l’aula sugli approfondimenti già previsti dalla commissione attraverso l’audizione dell’Ufficio legale comunale e del committente. Prima del voto sono intervenuti Alberto Palestro, favorevole al rinvio ma anche a discutere subito la questione in aula, e Gaetano Firenze, contrario a tale possibilità prima della fine dell’esame del provvedimento in commissione. Il risarcimento, per Firenze, non è motivo di urgenza perché è ancora in fase di richiesta.

Prima di affrontare i punti in discussione, il primo dei quali era l’approvazione di alcuni verbali delle sedute precedenti, Simona Princiotta ha contestato il mancato inserimento all’ordine del giorno di una sua mozione sui tagli ai costi del consiglio comunale presentata in coincidenza con il caso Gettonopoli. Il presidente, Leone Sullo, ha risposto che tutte le proposte vengono portate alla conferenza dei capigruppo la quale poi decide sugli ordini del giorno.

È stato l’assessore alle Attività produttive, Teresa Gasbarro, a illustrare le nuove regole sul consumo di alimenti in prossimità dei negozi degli stessi produttori o rivenditori. Esse prevedono, oltre al rispetto delle norme igienico-sanitarie, la presenza di piani di appoggio e sedute ma a condizione che non siano associabili; altra condizione è che il locale non sia dotato di camerieri (servizio assistito di somministrazione). L’eventuale richiesta di suolo pubblico, per offrire ai clienti la possibilità di consumare in loco gli alimenti, segue le stesse procedure previste per i dehor.

La proposta, approvata a maggioranza, è stata modificata da tre emendamenti. Due sono stati presentati dalla commissione competente e sono stati illustrati in aula dall’ex presidente Antonio Moscuzza. Prevedono che le sedute e i piani d’appoggio non debbano riportare loghi e che il suolo pubblico da occupare non possa avere una superficie superiore al 25 per cento del locale, che a quel punto deve essere utilizzato solo per la vendita.

Il terzo emendamento porta la firma di Salvo Sorbello ed è stato integrato da un sub emendamento di Francesco Pappalardo: il primo documento prevede che in ogni caso sia garantito l’ingresso all’interno dei locali delle persone con disabilità; il secondo, che siano ben visibili gli strumenti e le attrezzature che ne permettono l’accesso.

Il dibattito politico è stato incentrato sulle conseguenze negative che queste nuove regole potrebbero avere sugli esercizi pubblici. Il rischio è stato paventato dai banchi delle minoranza. Gaetano Firenze ha parlato della possibilità, in una città carente di controlli, che si faccia confusione tra attività artigianali e pubblici esercizi; secondo Fabio Rodante le nuove regole, oltre che poco rispondenti alle norme generali, non tutelano gli esercenti; per Sorbello, se è comprensibile il desiderio di un imprenditore di incrementare gli affari, è giusto salvaguardare gli altri commercianti del settore della somministrazione. Per Cosimo Burti, invece, il provvedimento avvicina Siracusa al modello di città turistica e gli altri operatori del settore non rischiano perché si tratta di attività con caratteristiche diverse.

Collegato a questo provvedimento, Salvatore Castagnino è riuscito a far approvare all’unanimità una raccomandazione all’Amministrazione affinché, come in una sorta di contropartita, siano ridotti gli adempimenti procedurali per le attività che si occupano di somministrazione.

Infine, in sede di voto sull’emendamento di Sorbello, Alberto Palestro ha proposto di valutare le conseguenze sulle attività già esistenti.

Il tema dei contributi, della partecipazione a spese e dei patrocini onerosi erogati dall’Amministrazione alla fine del 2014 è stato affrontato discutendo due mozioni. Nella prima, proposta da Salvatore Castagnino, si chiedeva se fosse stata rispettata la legge anticorruzione, “la trasparenza nelle procedure e la corretta destinazione dei fondi impegnati ed erogati”. In dettaglio, Castagnino nel suo intervento introduttivo ha chiesto di conoscere l’ammontare complessivo delle somme impegnate e di ogni singolo contributo dato, oltre al metodo utilizzato nell’assegnazione dei fondi.

Nella seconda mozione, prima firmataria Simona Princiotta, è stata aggiunta un’ulteriore valutazione: il regolamento prevede “che contributi e i benefici di ogni genere, di competenza della Giunta, dovrebbero essere deliberati, previo parere non vincolante della commissione consiliare”. Per Princiotta, intervenuta in aula, questo passaggio non è stato sempre rispettato e non c’è chiarezza sui criteri, che invece dovrebbero essere noti a tutti. Princiotta si è soffermata, in particolare, su un’iniziativa di tipo sociale prevista alla Pizzuta nel prossimo agosto e per la quale le somme sono state impegnate lo scorso dicembre, chiedendo al ragioniere generale, Giorgio Giannì, se ciò fosse consentito. La risposta del dirigente è stata positiva se l’attività ha una sviluppo che abbraccia un periodo di tempo a cavallo tra due anni solari.

La prima a intervenire nel dibattito è stata Cetty Vinci, che ha chiesto perché nel sezione Amministrazione Trasparente del sito non ci sia traccia dei criteri utilizzati nella concessione dei tributi e se i beneficiari fossero tenuti alla rendicontazione.

Rodante, in considerazione della difficile situazione finanziaria dell’Ente “che mette a rischio i servizi essenziali”, ha chiesto un’assunzione di responsabilità da parte di tutti e che si “stipuli un patto di solidarietà” tra Consiglio e Giunta affinché il prossimo bilancio di previsione sia concordato con i capigruppo.

Per Carmen Castelluccio, i richiami alla buona politica sono sempre condivisibili ma è altrettanto vero che i metodi di assegnazione dei contributi “di questa Amministrazione non sono molto diversi da quelli delle precedenti”. Castelluccio ha rivendicato di avere sempre sollevato il problema, sia quando era all’opposizione sia adesso che è in maggioranza.

Un richiamo alla trasparenza è arrivato anche da Firenze. L’Amministrazione, ha detto, indichi al consiglio comunale come vuole spendere i soldi e poi si assuma la responsabilità delle scelte. Firenze, in particolare, ha rivolto la sua attenzione alle procedure seguite nell’assegnazione del contributo per la festa di Capodanno in piazza Duomo e se fosse stato corretto imputarlo ai capitoli destinati alle spese per attività culturali. Sul punto ha risposto la dirigente, Rosaria Garufi, ricordando che spese culturali e spese per gli spettacoli rientrano sotto la stessa gestione.

Sul rispetto delle norme di trasparenza e sui tempi di assegnazione di finanziamento di alcune iniziative anche Salvo Sorbello ha sollevato dubbi, mentre Castagnino, tirando le somme del dibattito ha lamentato l’assenza del sindaco Garozzo. “Non basta la presenza dei dirigenti – ha detto – perché il nostro è un confronto politico oltre che amministrativo. Il problema non è la correttezza formale degli atti ma di conoscere gli indirizzi politici che stanno a monte delle decisioni”.

Per l’Amministrazione ha risposto il ragioniere generale, Giannì, che ha evidenziato il rispetto delle norme sulla trasparenza, garantite dalla pubblicazione sul sito istituzionale di tutti i pagamenti effettuati, e della ripartizione progressiva delle competenze: da quelle di carattere generale di indirizzo politico che sono in capo al consiglio comunale, a quella di dettaglio che passano dalla Giunta fino ad arrivare ai dirigenti e ai funzionari.

Chiuso il dibattito sull’assegnazione dei contributi, in sede di votazione per la sostituzione di uno scrutatore, è stata verificata la mancanza del numero legale. I consiglieri tornano in aula domani alle 9,30 per discutere dell’adesione di Siracusa all’associazione “Strada del vino e dei sapori del Val di Noto” e dell’attivazione del servizio “Madri di giorno – Tagesmutter”.


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