Siracusa – A Siracusa tornano a crescere gli infortuni sul lavoro. Nel 2015 2428 infortuni, contro i 2422 nel 2014. Un dato in controtendenza con il dato siciliano e nazionale che vede , per questi ultimi, un decremento numerico, ma pur sempre atrocemente alto . Nel 2014 in Sicilia 32.602 infortuni e nel 2015 31.312 , in Italia si passa da 721.364 nel 2014 a 695.931 infortuni nel 2015. “Negli anni più bui della crisi dichiara Salvo Carnevale – , soprattutto in edilizia, il sistema dei controlli e le sanzioni sono stati indeboliti in virtù di uno scellerato pensiero dominante secondo il quale la via di uscita dalla crisi potesse essere quella di eliminare ogni impedimento alla libertà di impresa . Basti pensare agli effetti depotenziati del DURC ( denuncia unica regolarizzazione contributiva) che ha permesso alle imprese cattive di “giocare” più facilmente con le regole. Ora, che la crisi sembra rallentare o, come accade nel settore lapideo, si è in presenza di una significativa ripresa, si sceglie di porre le esigenze della produzione prima di quelle delle persone. Ci chiediamo, ma quando riaccenderemo i fari sulla sicurezza reale dei lavoratori e non quella millantata sulle carte e sugli attestati che , come dimostrano i dati, non bastano a frenare il fenomeno? In questi anni di crisi abbiamo perso 800mila posti di lavoro nel settore delle costruzioni( complessivamente) in Italia e 7000 a Siracusa, ma il numero di infortuni sul lavoro e di quelli mortali ad oggi è lo stesso del 2010. Non è accettabile il pensiero secondo il quale, il numero dei morti si sia ridotto. Si commette un errore statistico, forse a ragion veduta e quindi in totale malafede. Basti guardare le dinamiche occupazionali in calo nell’ultimo settennato per constatare che è aumentata spaventosamente la frequenza, mentre per gli infortuni meno gravi spesso si evita di denunciarli, su “richiesta” degli stessi datori di lavoro. Non ci basta più il cordoglio delle imprese e delle istituzioni! La FILLEA nazionale – aggiunge- ,nei giorni scorsi ha richiamato l’attenzione sulla modifica del nostro ordinamento penale- dopo le morti sul lavoro a Carrara di 2 settimane fa e di quella di oggi – chiedendo di inserire tra i reati quello di omicidio sul lavoro . Non si capisce, infatti, cosa abbia di meno grave rispetto al reato di omicidio stradale. A Siracusa ovviamente ci associamo alla richiesta sacrosanta della FILLEA nazionale. Non solo, quindi, bisogna rafforzare la prevenzione- che resta fondamentale – ma in un paese come il nostro, dove illegalità e irregolarità toccano un terzo dell`economia reale, non basta più ,occorre una risposta seria per rafforzare il sistema dei controlli, con un efficace coordinamento di tutti gli organismi ispettivi e di polizia, smettendo una volta per tutte di seguire le richieste ed i lamenti delle associazioni datoriali sulle presunte perdite di tempo che i controlli comporterebbero, ma soprattutto occorre garantire`sanzioni più pesanti,più certe ed efficaci e non raggirabili. Dal canto nostro dobbiamo sicuramente favorire la sinergia tra gli enti bilaterali edili e le istituzioni preposte. Abbiamo il dovere di insistere su questa strada, come fatto negli ultimi mesi con buoni protocolli che occorre consolidare. La sicurezza e la vita delle persone , in questo paese, sono stata monetizzate , occorre un passo indietro per farne 3 avanti, tutti insieme , rendendo più civile un paese che riporta dati da bollettino di guerra tra infortuni, malattie professionali e morti sul lavoro. Il Governo lo ha fatto per le vittime della stradale, può farlo anche per quelle sul lavoro. Nel rispetto dello stato di diritto, di fronte ad accertate responsabilità, la morte sul posto di lavoro deve essere considerata un omicidio, si dimostri una buona volta coraggio nelle scelte !”.
In aumento gli infortuni sul lavoro nel 2015. Lo denuncia la Fillea-CGIL
