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L’AnciSicilia dice no al piano di riparto presentato dell’assessore Pistorio

paolo amenta sindaco canicattini

Per la prima volta l’AnciSicilia, l’Associazione dei 390 Comuni siciliani, nel corso della Conferenza Regione – Autonomie Locali, che si è svolta ieri, dice “no” e non approva il Piano di Riparto presentato dall’Assessore Pistorio, considerato che nessun cambiamento si è registrato alla situazione già di indifferenza che il Governo regionale sta dimostrando nei confronti dei Comuni, dei servizi essenziali, difficilmente erogabili con il perdurare dei tagli, e dei cittadini siciliani.

Per l’AnciSicilia, dunque, non esistono le condizioni di sostegno alle più volte reiterate difficoltà denunciate dai Comuni, prossimi al default, a causa del perdurare dei mancati trasferimenti delle risorse regionali (si aspettano parte del 2014 mentre per il 2015 non è stato trasferito un solo centesimo), come sottolinea il Vice Presidente di AnciSicilia, Paolo Amenta, Sindaco di Canicattini Bagni.

«Siamo di fronte ad un Governo irresponsabile – afferma Paolo Amenta – che si presenta nella Conferenza Regione – Autonomie Locali senza dare alcun segnale di cambiamento rispetto ad un quadro già desolante, che oltre a condurre con mano i Comuni al default, all’impossibilità di continuare ad erogare servizi essenziali, sta già pesando drammaticamente sui cittadini siciliani.

Siamo davanti ad una Regione che non riesce ad imprimere correttivi alla sua politica nei confronti dei Comuni, e quelli proposti si dimostrano del tutto irrilevanti in considerazione della mancata attenzione ai problemi legati al Patto di Stabilità regionale che ha impedito per quest’anno di erogare un solo centesimo nelle casse dei Comuni, ormai indebitati per gli interessi passivi costretti a pagare alle banche (Tesorerie) per continuare a garantire gli stipendi ed i servizi ai cittadini.

Se tutto va bene, come è stato prospettato dall’Assessore Pistorio, forse per l’anno in corso, si tenga conto che siamo già ad ottobre, potrebbero assegnare solo un sesto delle ridotte risorse previste.

E neanche certi siamo che ciò avvenga – puntualizza ancora il Vice Presidente di AnciSicilia – conoscendo il sistema regionale e i tagli continui, ormai pluriennali, a danno dei Comuni (passati da 914 milioni a 460 milioni negli ultimi 5 anni). E poi i tagli alla spesa sociale mentre aumenta il disagio e la povertà, e l’incapacità a fare riforme indispensabili, come quella relativa a Piano dei Rifiuti, costringendoci a sostenere spese sempre maggiori per la mancanza di un piano strutturale delle discariche e delle piattaforme per il conferimento dell’umido che, come si sa, pesa interamente sui cittadini che difficilmente riescono a pagare.

In compenso si fanno Riforme pasticcio sui Liberi Consorzi, per cui il Governo e l’Ars hanno già fatto sapere che, per non incorrere nell’impugnativa da parte dello Stato, ritorneranno in aula con un disegno di legge, annullando pertanto le elezioni del 29 Novembre, per riportare la legge quanto più vicina a quella nazionale, alla Delrio, cancellando il limite dei 18 mesi, per cui tutti i Sindaci sono candidabili, le indennità agli amministratori, riportando il voto ponderato, e modificando le difformità con la nazionale. Tutto questo prolungando i commissariamenti, quindi di ulteriori costi la Regione, visto che si voterà nel 2016, e sapendo che non ci sono soldi da destinare ai Liberi Consorzi.

Insomma, un incontro umiliate ed inutile – aggiunge ancora Amenta – dove, sulla ripartizione dei fondi, non è stata mostrata, neanche in sede legislativa, nessuna attenzione per i Comuni in dissesto e pre-dissesto.
I Comuni, e quindi i cittadini siciliani, sono ormai in un vicolo cieco, stretti come sono nella morsa di una fiscalità locale che non si riesce ad incassare per le difficoltà oggettive degli utenti di non poter versare un solo centesimo con una disoccupazione giovanile oltre il 60% e quella generale che si avvicina al 35%, ed una povertà che coinvolge la maggior parte delle famiglie; un Patto di Stabilità che non permette investimenti; un Fondo Garanzia dove ci costringono a versare tutti i risparmi dell’Ente visto che abbiamo una così alta inesigibilità; e come se non bastasse, i tagli al Fondo di Solidarietà e i tagli della Regione ai trasferimenti.

Altro che “calamità istituzionale” di cui parliamo da tempo. Con l’applicazione, in ambito finanziario (e nel corso del 2015), come detto, della cosiddetta armonizzazione dei bilanci e dalla mancanza di un esame congiunto, più volte richiesto dall’AnciSicilia, della complessa situazione finanziaria dei Comuni siciliani con il Governo regionale e nazionale.
Questo il quadro
– conclude il Vice Presidente di AnciSicilia – di fronte al quale la Regione non ha smosso neanche un muscolo facciale, mortificando ulteriormente i Comuni. Da ciò la decisione di AnciSicilia di dire “no” al Piano di Riparto, sottolineando che si tratta della prima volta nella storia della Regione.

Da questa considerazione e forte preoccupazione per l’immediato futuro, la scelta anche di rivolgere un accorato appello ai Sindacati e alle Associazioni di categoria, per informarli che così facendo i Comuni non saranno più in grado di pagare gli stipendi dei lavoratori e i fornitori».


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