Archivio

Lettera aperta di Don Di Noto dopo i tragici fatti che hanno coinvolto dei minori

DSC_7203

AVOLA – Dopo i recenti tragici fatti che hanno coinvolto la vita di bambini che sono morti per mano dei loro familiari è intervenuto Don Di Noto prtesidente dell’associazione Meter che da anni si occupa della salvaguardia dei minori. Nella lettera Padre Di Noto scrive: ” E’ la seconda Lettera che scrivo apertamente in questi ultimi giorni. Triste e amareggiato. Ma non sconfitto. Semyon (Simone/Simeone). 9 mesi. Riposa nel profondo del mare. Affogato da sua madre che ha pensato di sopprimerlo perché ritenuto malato (epilessia, schizofrenia): un’eutanasia, cioè una dolce morte non manifestata e subita dal piccolo indifeso. Per alcuni (oscuro pensiero che invoca un diritto) meglio una morte così che una vita di sofferenze:  le sue condizioni di salute durante nel tempo avrebbero potuto essere estremamente scadenti.

La madre – tra le velate dichiarazioni agli inquirenti – forse si era convinta che la vita di Semyon sarebbe stata “scadente”.  No, non si gioca a eliminare il più debole, l’inerme, il piccolo indifeso. Eppure sua madre l’ha abbracciato ed inabissato nella profondità del mare. Un bambino di 9 mesi annega a un pelo dall’acqua, gesto semplice e crudele;  per non udire le urla (unico linguaggio di chi non parla), urla che possono arrivare anche a 120 decibel, pianto, lacrime che si confondono con le gocce di cui è fatto il mare. Semyon urlava, aveva paura dell’abbandono. Ma nessuno lo sentiva. Nessuno accorreva in suo aiuto. Neanche sua madre che aveva deciso per lui l’eliminazione di una vita in prospettiva scadente. Per sempre. Non aveva il diritto di vivere.

Non c’è mai una vita scadente, degna dell’immondizia. Che vergogna questo pensiero.  tragico e luttuoso evento di Andrea Loris (8 anni). Sono in tanti coloro che rifiutano gli “scadenti”: perciò eliminiamoli. Tragicamente soppressi in qualunque modo. Ecco la storia recente di Andrea Loris (8 anni).  E quel padre che dopo aver ucciso la moglie, abbraccia il figlio Alessio (meno di un anno) e si butta dal balcone?

Mi sembra la “soluzione finale” per una vita, tante vite, che dovevano essere vissute. E tanti altri bambini hanno subito lo stesso: eliminati come si elimina un file, una fotografia istantanea, come si buttano nell’indifferenziato (e nella nostra indifferenza) i rifiuti delle tragiche storie umane non sanate, non guarite. Rifiuti organici, poco importa.

È un paradosso: il nome Semyon significa “Dio ha ascoltato” e non voglio pensare che il Signore si sia distratto e non ha udito le sue urla. Anche se mi viene difficile capire. Giorno dopo giorno l’angoscia mi assale ma non prevale; non mi rassegno e sospingo l’esistenza a operare per la vita e la sua preziosa tutela, impegno a cambiare le cose: “Odiate il male, voi che amate il Signore: egli custodisce la vita dei suoi fedeli, libererà dalle mani dei malvagi” (Salmo 97, 10). Liberaci dai malvagi. Chi uccide un individuo, un bambino, un piccolo in qualunque modo lo faccia, dà il suo concreto contributo alla distruzione del mondo intero. Perché la vita è molto più preziosa della morte scelta o subita. La vita, sempre la vita”.


La Gazzetta Siracusana su facebook

LE CITTÀ DEL NETWORK

Copyright © 2023 La Gazzetta Siracusana.it
Testata editoriale iscritta al ROC con numero 25784
Direttore responsabile: Cecilia Casole
PF Editore di Forestiere Pietro - P. IVA 01864170897

Copyright © 2016/2023 PF Editore

In alto