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Noto, Caterina Chinnici ha incontrato gli studenti in occasione dell’ottava edizione di VolaLibro

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Noto – “La mafia si combatte con la cultura”. Con queste parole Caterina Chinnici, magistrato ed eurodeputata è entrata nel cuore e nelle teste degli studenti di Noto e Rosolini che questa mattina hanno seguito l’incontro con la figlia del magistrato Rocco, ucciso dalla mafia il 29 luglio del 1983, medaglia d’oro al valore e inserito tra i 150 migliori servitori dello Stato in occasione dell’Unità d’Italia nel 2011.

Nelle nuove generazioni c’è il futuro di questa terra, e Caterina Chinnici ha raccontato il suo punto di vista in maniera molto precisa e obiettiva, parlando del padre Rocco e rispondendo alle domande degli studenti.

Le regole – ha spiegato – non sono una limitazione della libertà che lo Stato decide di applicare. È una norma che negli stati democratici come il nostro serve per far rispettare i diritti di ciascuno di noi. Se non seguiamo queste regole vuol dire che finiamo per non rispettare gli altri. E come possiamo pretendere di avere rispetto se i primi a non darlo siamo noi stessi”. Un ragionamento molto chiaro, su cui molti dei ragazzi presenti non avevano riflettuto abbastanza fino ad adesso. Ripercorrere il periodo delle stragi mafiose non è facile: i carnefici scelsero lo stesso destino per Rocco Chinnici, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: non li hanno guardati in faccia prima di eliminarli, ma hanno scelto gli agguati, piazzando l’esplosivo su un’automobile, per poi schiacciare il bottone al momento opportuno.

Tra le domande degli studenti, molte hanno riguardato il lento ma inesorabile peggioramento dell’opinione pubblica dagli organi istituzionali. “Attenzione – ha avvertito il magistrato – a non demonizzare tutto e tutti. Non sono i contesti che sbagliano, ma le persone. È il magistrato che ha sbagliato, non la magistratura. Sarebbe corretto che chi sbaglia si assuma le sue responsabilità”.

Tutte situazioni che non aiutano l’immagine dell’Italia, anche se secondo Caterina Chinnici, che guarda l’Italia da fuori, dal Parlamento europeo, di aspetti positivi per tenere alta l’immagine italiana ce ne sono ancora. Tutti basati sui valori della legalità e della cultura. “Bisogna leggere – ha concluso – libri e giornali, e non perdere mai l’entusiasmo”.

Nella sesta mattinata di VolaLibro 2015, in Sala Gagliardi, si è parlato anche di giornalismo con Carmelo Sardo, giornalista del Tg5. Etica e deontologia, ma anche linguaggio e modo di approcciare una notizia e come veicolarla. Sardo ha moderato l’incontro successivo con Giuseppina Torregrossa, la quale ha presentato il libro “Il figlio maschio”.


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