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Pachino, cittadinanza onorari per Antonia Brancati

AntoniaBrancati

Pachino – «Fino a questo momento quasi non ci credevo, sono molto grata. Lo prendo come un segno di onore, amore e rispetto della città di Pachino verso mio padre, che se lo merita tutto». Antonia Brancati, figlia dello scrittore Vitaliano, da ieri pomeriggio è cittadina onoraria di Pachino, la città di nascita del padre. Il conferimento è avvenuto nella sala “rossa” del Palmento Di Rudinì a Marzamemi, in cui si è riunito il consiglio comunale, in seduta aperta, in presenza del sindaco e della giunta. Il conferimento della cittadinanza onoraria ad Antonia Brancati è avvenuto ai sensi dell’Articolo 2 lettera d del regolamento comunale, il quale prevede il conferimento della onorificenza “Per esemplare affezione ed interessamento verso la città e comunità di Pachino, unanimemente riconosciuti e testimoniati da opere ed iniziative finalizzate a promuovere la conoscenza e la valorizzazione della realtà socio – economica, storico-artistica e umana di Pachino”. «Un atto – ha dichiarato il presidente del consiglio comunale, Turi Borgh -, che va verso quel tentativo, che portiamo avanti sin dal giorno dell’insediamento di questo consiglio comunale, di restituire la città ai pachinesi, di recuperare quel senso civico di partecipazione che ci rende liberi, di rinnovare quel sentimento di appartenenza che da un senso ad una comunità. Un momento che serve a qualificare l’identità collettiva».  Il sindaco, Roberto Bruno, ha parlato dell’intesa attività culturale avviata dall’amministrazione e del percorso che ha portato alla cittadinanza per Antonia. «È la prima cittadinanza onoraria – ha spiegato il sindaco – che la città con orgoglio e  con onore conferisce ad Antonia. Questo processo fa parte di quello strumento di appropriazione della memoria e di radicamento dell’identità, ma fa parte anche dell’intima essenza della nostra comunità. Che questo atto possa essere considerato un vero e proprio matrimonio culturale e civile tra il grande Vitaliano Brancati e la memoria di questa città, e saldare la memoria è fondamentale per dare quel tratto di identità che ci consente di sentirci figli di questa terra e appartenenti ad una comunità». L’assessore alla Cultura, Gisella Calì, già dallo scorso anno ha avviato il recupero della memoria di Vitaliano, tramite differenti iniziative, a partire dal Festival Brancatiano, dal premio giornalistico dedicato allo scrittore, dalla mostra fotografica brancatiana e dal percorso brancatiano nei luoghi in cui ha vissuto e di cui parla lo scrittore, che ieri pomeriggio ha percorso la stessa figlia Antonia. «Il recupero della figura di Vitaliano – ha detto Gisella Calì -, artista profondamente innamorato del nostro territorio, può e deve servire da stimolo per i nostri giovani affinchè guardino la nostra città come un luogo dove si può fare cultura». Durante la cerimonia, a cui hanno partecipato anche Gianni Firera, presidente dell’associazione “Vitaliano Brancati”, Graziella Sena Cassar Scalia, della “Società Dante Alighieri” e lo storico piemontese Gianni Oliva, è stato anche suggellato l’ “asse culturale” Pachino – Torino, sulle orme di Brancati, che spirò nel capoluogo del Piemonte. «Avvieremo – ha aggiunto Gisella Calì -, un gemellaggio tra gli studenti pachinesi e quelli torinesi grazie ad uno scambio culturale e la partecipazione al Salone internazionale del libro di Torino». Lo storico Gianni Oliva, già assessore regionale alla Cultura della Regione Piemonte, ha consacrato l’ “asse culturale”. «Dove c’è cultura si vive meglio – ha dichiarato Oliva – e le amministrazioni migliori sono quelle che considerano la cultura un capitolo di investimento e non di uscita. Brancati non ha la fortuna che merita soprattutto per i temi che ha affrontato: ancora oggi è considerato un autore estremamente scomodo perché ha parlato di argomenti che sono sempre di estrema attualità, ma proprio per questo sono scomodi». Durante la cerimonia hanno letto dei versi di Vitaliano gli attori di Teatro giovane Pachino, Sebastiano Cimino Gisella Calì e Barbara Cracchiolo. Il conferimento si è concluso con la consegna ad Antonia di una pergamena e una medaglia con i simboli del comune di Pachino. «Questa cittadinanza – ha concluso Antonia Brancati – serve anche a sanare una “confusione” che mi porto dietro dalla nascita: mi da il diritto di infilare una radice in questa bella terra di Sicilia»

 


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