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Pozzallo, gli eurodeputati Corrao e Lorefice chiedono lumi sulla espulsione di venti ragazzi del Gambia senza nessuna accurata indagine

Corrao plenaria 250

Bruxelles 14 Ottobre 2015 – “A Pozzallo le scorse ore sono stati messi alla porta senza un’accurata indagine, una ventina di ragazzi provenienti probabilmente dal Gambia con un foglio scritto che gli intimava di lasciare l’Italia entro 7 giorni, pena una multa. Una vacatio legislativa ed una certa superficialità sono gli ingredienti perfetti per scatenare un caos nella gestione immigrazione che non giova né alla cittadinanza ospitante, né ovviamente ai soggetti che lasciano i loro paesi in cerca di una speranza per il futuro”. Così l’europarlamentare M5S Ignazio Corrao, si esprime sul recente caso avvenuto la scorsa notte fuori dal centro CPSA del ragusano, dopo la segnalazione di alcuni volontari che si sono immediatamente occupati di prestare assistenza e soccorso agli spaesati migranti di fatto espulsi perché ritenuti inizialmente “migranti economici. Ancora una volta – spiega Corrao – sono i cittadini a sostituirsi ai pasticci dello Stato italiano, dei volontari hanno infatti provveduto a dare ai migranti indumenti ed indicazioni, senza i quali questi ragazzi avrebbero vagabondato per il territorio perché senza soldi, viveri e senza meta”. L’europarlamentare alcamese e collega portavoce alla Camera dei Deputati Marialucia Lorefice, hanno già informato della vicenda il Ministero dell’Interno. “Ieri – spiega la deputata Lorefice –  in audizione abbiamo avuto il sottosegretario del ministero dell’Interno, Domenico Manzione al quale abbiamo fatto presente il caso specifico chiedendo come s’intendesse affrontarlo ed evitare il ripetersi futuro di situazioni analoghe. La locale questura – continua Lorefice –  ha specificato che una decina di migranti sono stati ri-auditi perché hanno ritrattato la loro versione ma ho approfittato per sottolineare che spesso la mancata comprensione della lingua può creare problemi del genere per cui è necessario potenziare anche il numero dei mediatori. Abbiamo chiesto che a stretto giro – conclude la portavoce ispicese – vengano auditi in commissione a Roma, prefetto, sindaco e questore”.


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