La Gazzetta Siracusana

Sabato seminario dei giornalisti sul tema: “Violenza di genere, fenomeno mediatico in uno Stato garantista”

mauceri

Siracusa – La violenza sulle donne è diventato un fenomeno mediatico di ragguardevoli proporzioni. Peccato che il linguaggio e le modalità con cui viene trattato continuano a fondarsi sul vecchio maschilismo tanto caro agli italiani. Mentre, il sistema legislativo del Bel Paese,  fortemente garantista, è assolutamente inadeguato a garantire una concreta ed efficace  tutela delle donne vittime di violenza. 

Di queste “anomalie” italiane ci parleranno sabato prossimo, dalle 10.00 alle 13.00, nella sala rossa del Centro Antiviolenza di via Brenta 67 a Siracusa, la giornalista Raffaella Mauceri e l’avvocata Daniela La Runa, rispettivamente, presidente e legale della Rete Antiviolenza.

L’acquisizione di un nuovo concetto della donna resta in superficie mentre in profondità resta la misogina che caratterizza la pigrizia del cervello medio del giornalista medio: uno scansafatiche che campa di stereotipi, pregiudizi e luoghi comuni – sbotta Raffaella Mauceri, già al terzo seminario sull’argomento insieme all’Assostampa Siracusa – uno che continua a recalcitrare davanti al diritto delle donne all’autodeterminazione, medici e giornalisti sono al primo posto, lo dicono le statistiche”.  

La violenza sulle donne, lo stalking, il femminicidio, lungi dall’essere stati debellati, sono entrati a far parte della nostra quotidianità perché, come scrive il nostro collega Massimiliano Perna, “l’Italia non sembra interessata a combattere e a vincere la guerra contro il maschilismo. Forse perché costringerebbe questo Paese a scoprire la propria vera faccia, falsa e ipocrita”.

Sul fronte legislativo l’avvocata La Runa punterà il dito per esempio sulle misure cautelari previste per questa tipologia di reati, che dovrebbero arginare le condotte offensive, ma che spesso si rivelano inefficaci e non sono sufficienti  ad impedire la reiterazione dei reati o addirittura la commissione di reati piu gravi.

Le pene finali poi sono spesso blande e per nulla proporzionate alle gravità  delle offese – sottolinea Daniela La Runa-. Cosa occorre cambiare per garantire effettiva tutela?  Il sistema legislativo, il meccanismo giudiziario o il sentire comune?”.

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