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“Semaforo rosa 2015”. La festa della donna a Noto

FB_IMG_1425324055605Ogni città ha organizzato una manifestazione inerente il ricordo dell’otto marzo; Noto con i tanto eventi inclusi nel “semaforo rosa” è una di queste.
Apprezzando la voglia di “riscossa” delle donne sorgono però alcune domande ai cittadini e non, che leggono la programmazione della stessa:
1- Come mai, se la donna vuole la parità (brutta parola perché credo che le differenze siano vitali), nella somma delle presenze attive, è presente solo un relatore di genere (altra brutta parola) maschile?
2-“io sono Eva” si rifà a una poesia di Maria Rita Parsi, dove la donna cerca il suo riscatto nell’elogio della sua “superiorità ” e della “solitudine”; l’uomo è così brutale nel suo genere da costringere veramente una donna a essere sola per poter essere “pari”?
3- Prostitute sfruttate, omosessuali e trans perché non vengono mai considerati in queste lotte, dato che subiscono spesso violenza da parte dell’uomo? Sono un “genere inferiore”?
4- L’autoghettizzazione non è una forma di violenza? Si vuole continuare nell’utilizzo del vittimismo e dello screditare l’uomo per arrivare a una parità di “genere 😕
La donna oggi ha ancora molto per cui lottare, necessita di servizi che diano dignità alla stessa, ad esempio la privacy in molti centri pubblici per i.v.g., la libera scelta di vivere il proprio corpo, l’indipendenza totale, il liberarsi dal prototipo donna libera uguale donna di facili costumi. L’esclusione dell’uomo da queste lotte accentua la differenza è non è sicuramente un metodo vincente per ottenere diritti.
Accanto alle donne sempre, per l’emancipazione e per la parità di differenze, chiederei a loro però di non vedere tutti gli uomini come bruti, la maggior parte hanno senso civico e voglia di vedervi vincenti.

Giovanni Parentignoti


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