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Siracusa, le stragi 30 anni dopo, il magistrato Nicastro: “Ci svegliammo dopo Capaci e via D’Amelio”

SIRACUSA – “Eravamo una generazione dormiente, che si è svegliata solo dopo le stragi di Capaci e via D’Amelio. Ricordo ancora quegli striscioni con la scritta “Adesso ammazzateci tutti!” che hanno segnato uno spartiacque nella lotta alla mafia”. È stato questo uno dei passaggi più importanti dell’intervento di Tony Nicastro, magistrato siracusano in servizio alla Corte d’appello di Catania.

Ieri mattina ha partecipato all’incontro che si è tenuto all’istituto “Einaudi”, messo a disposizione dalla dirigente scolastica Teresella Celesti, nell’ambito del progetto “Educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva”, nel trentesimo anniversario degli attentati contro i giudici Falcone e Borsellino. Presenti anche il presidente della commissione Antimafia all’Ars, Claudio Fava, l’assessore comunale Fabio Granata, il docente universitario Alessio Lo Giudice e l’avvocato Elisabetta Guidi per il Rotary club Siracusa “Monti Climiti”. L’evento è stato infatti organizzato dal Comune di Siracusa, in collaborazione con la scuola, avvalendosi del partenariato del dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Messina e del Rotary club aretuseo.

“La memoria storica è necessaria per guardare avanti con fiducia e con la consapevolezza che la mafia si sconfigge tutti i giorni facendo il proprio dovere – ha evidenziato Nicastro – Voi siete una generazione fortunata perché avete mezzi e strumenti che noi non avevamo, ma dovete essere capaci di coniugare conoscenza e memoria”. Nell’aula magna della scuola presenti circa 150 studenti di scuola superiore (altri 350 circa in collegamento attraverso Lim dei rispettivi istituti comprensivi), che hanno applaudito a più riprese il magistrato, specie quando, al termine del suo intervento, li ha invitati a non voltarsi mai dall’altra parte e a denunciare le ingiustizie. “L’omertà non porta da nessuna parte. Via allora il retropensiero secondo il quale – ha concluso – quello che è successo ad altri non può accadere a me. Occorre dunque non rimanere indifferenti di fronte ai soprusi e alle ingiustizie”.

Prendendo la parola, il parlamentare regionale Fava ha ricordato soprattutto la figura di Peppino Impastato, ucciso a trent’anni dalla mafia per essersi ribellato al potere della criminalità organizzata. “Lo ha fatto anche affidandosi a quel senso di ironia che aveva l’obiettivo di dissacrare l’organizzazione malavitosa – ha affermato il presidente della commissione regionale Antimafia – È bastato questo perché i mafiosi decidessero di ucciderlo”. Poi, in riferimento alle stragi del 1992, ha ricordato come ancora non tutto si sappia. “Quando avevo la vostra età – ha detto – la seconda guerra mondiale era finita da trent’anni, ma sapevamo tutto di quel conflitto. Oggi, a 30 anni di distanza dalle stragi di Palermo molte cose restano oscure. Tanti i depistaggi nelle indagini che hanno portato in carcere anche persone innocenti. Ci auguriamo che la verità, nella sua interessa, possa presto venire a galla”.

Tutte le scuole partecipanti, in presenza e da remoto, hanno aderito al progetto del Comune e stanno lavorando alla realizzazione di cortometraggi che saranno presentati la prossima primavera, e poi premiati nel corso di una manifestazione in coincidenza con il trentennale della strage di Capaci.

L’evento è stato anticipato da una commemorazione del “Giorno del ricordo” dedicato alle vittime della foibe, attraverso la lettura di un brano affidata a Sara Santangelo, accompagnata al pianoforte dal Rubina Gibellino, entrambe studentesse dell’istituto “Einaudi”.


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