Il cinquantunesimo ciclo di spettacoli classici vedrà in scena al Teatro Greco dal 15 maggio al 28 giugno Le Supplici di Eschilo, Ifigenia in Aulide di Euripide e Medea di Seneca.
“Con gli spettacoli di quest’anno – ha dichiarato il presidente Garozzo – affronteremo ancora una volta temi di grande attualità come quello dell’accoglienza che ha colpito in maniera particolare la Sicilia e Siracusa.
Grandi elogi agli allievi dell’Accademia d’arte del Dramma antico sono arrivati invece da Moni Ovadia regista della tragedia Le Supplici di Eschilo e Federico Tiezzi che dirigerà Ifigenia in Aulide di Euripide. “Questi ragazzi – ha detto Ovadia – sono straordinari, coraggiosi, con una grandissimo senso del lavoro. Una bellissima risposta a un paese dove spesso i giovani sono bistrattati”.
“Vogliamo portare i nostri spettacoli nel mondo e allo stesso tempo portare il mondo a Siracusa – ha ribadito il sovrintendente Lanza Tomasi –. Nessuno spazio teatrale è comparabile per peso storico al Teatro Greco di Siracusa che era ed è un luogo magico ma anche uno spazio elettivo perché spettacoli innovativi rinnovino la riflessione sulle nostre origini”
Per quanto riguarda gli spettacoli “Le Supplici” di Moni Ovadia, un progetto “scritto a quattro mani con Mario Incudine” si annunciano come una grande scommessa. L’attore di origine bulgara, che si è definito un outsider e un avventuriero, ha detto che il suo dramma è una sfida e come tale lo intende portare sulla scena. “E’ un’opera sconvolgente perché ha un esito sconcertante – ha detto Ovadia -. E per me, che mi batto per i diritti umani, è una grande occasione per amplificare la mia voce: con un’opera che è una cantata radicata nella profondità delle nostre maggiori ricchezze, ciò che è il siciliano con innesti di greco moderno”.
Federico Tiezzi ha spiegato di aver letto Ifigenia in Aulide a ridosso della Linea d’ombra di Conrad vedendo nella piccola vergine una figura che dall’adolescenza passa alla maturità e a diventare una eroina. “L’ambientazione – ha dichiarato Tiezzi – sarà indiana perché ho voluto allontanare la scena e mettere una certa distanza tra il testo euripideo e l’interpretazione che lo stesso Euripide ha inteso dare al suo ultimo dramma nella chiave di uno sgretolamento del mito degli eroi”.
Anche Paolo Magelli ha rintracciato nella sua Medea senecana elementi di modernità, prendendo apertamente posizione a suo favore. “Medea – ha spiegato il regista – è la donna che ha aperto la via del mare e si avventura per amore alla scoperta del nuovo mondo, una autentica Ulisse donna che Seneca ha fissato nel canone della madre che uccide i figli per non lasciarsi a una società corrotta e sbagliata”.
Il confronto con realtà prestigiose come Atene e Pompei deve poi costituire un passaggio cruciale perché nascano sinergie capaci di agganciare esperienze quali la scuola e l’università. Non per caso, in sede di presentazione della nuova stagione, sono stati invitati enti e istituzioni con il consigliere Arnaldo Colasanti che ha voluto sottolineare con forza l’importanza per l’intero paese proprio di realtà come scuola e università. Un festival del Mediterraneo, capace di radunare i migliori teatri a Siracusa, è un ulteriore obiettivo messo in cantiere dall’Inda, “Un evento – ha aggiunto Pagliaro – non retorico né celebrativo, ma fatto perché Siracusa possa diventare la capitale transcontinentale del teatro”. Colasanti ha poi ricordato che traguardi di tal genere non sono velleità ma risultati che la stessa Unione europea pone come irrinunciabili al fine non solo di creare cultura ma anche di incrementare il turismo.
Grandi elogi agli allievi dell’Accademia d’arte del Dramma antico sono arrivati invece da Moni Ovadia regista della tragedia Le Supplici di Eschilo e Federico Tiezzi che dirigerà Ifigenia in Aulide di Euripide. “Questi ragazzi – ha detto Ovadia – sono straordinari, coraggiosi, con una grandissimo senso del lavoro. Una bellissima risposta a un paese dove spesso i giovani sono bistrattati”.
“Vogliamo portare i nostri spettacoli nel mondo e allo stesso tempo portare il mondo a Siracusa – ha ribadito il sovrintendente Lanza Tomasi –. Nessuno spazio teatrale è comparabile per peso storico al Teatro Greco di Siracusa che era ed è un luogo magico ma anche uno spazio elettivo perché spettacoli innovativi rinnovino la riflessione sulle nostre origini”
Per quanto riguarda gli spettacoli “Le Supplici” di Moni Ovadia, un progetto “scritto a quattro mani con Mario Incudine” si annunciano come una grande scommessa. L’attore di origine bulgara, che si è definito un outsider e un avventuriero, ha detto che il suo dramma è una sfida e come tale lo intende portare sulla scena. “E’ un’opera sconvolgente perché ha un esito sconcertante – ha detto Ovadia -. E per me, che mi batto per i diritti umani, è una grande occasione per amplificare la mia voce: con un’opera che è una cantata radicata nella profondità delle nostre maggiori ricchezze, ciò che è il siciliano con innesti di greco moderno”.
Federico Tiezzi ha spiegato di aver letto Ifigenia in Aulide a ridosso della Linea d’ombra di Conrad vedendo nella piccola vergine una figura che dall’adolescenza passa alla maturità e a diventare una eroina. “L’ambientazione – ha dichiarato Tiezzi – sarà indiana perché ho voluto allontanare la scena e mettere una certa distanza tra il testo euripideo e l’interpretazione che lo stesso Euripide ha inteso dare al suo ultimo dramma nella chiave di uno sgretolamento del mito degli eroi”.
Anche Paolo Magelli ha rintracciato nella sua Medea senecana elementi di modernità, prendendo apertamente posizione a suo favore. “Medea – ha spiegato il regista – è la donna che ha aperto la via del mare e si avventura per amore alla scoperta del nuovo mondo, una autentica Ulisse donna che Seneca ha fissato nel canone della madre che uccide i figli per non lasciarsi a una società corrotta e sbagliata”.