Stop Ias, auspici e preoccupazioni dopo il tavolo ministeriale. Le reazioni nel Siracusano
SIRACUSA – Il tavolo romano sullo “stop” della magistratura al conferimento dei reflui industriali nel depuratore consortile Ias di Priolo, tenuto il 21 novembre al ministero delle Imprese e del Made in Italy (vedi foto di copertina), ha prodotto la costituzione di una “task force tecnica” tra lo stesso Mimit, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e la Regione siciliana, al fine di raccogliere e analizzare gli aggiornamenti sulle emissioni del depuratore da presentare al Gip di Siracusa. Le reazioni politiche e sindacali nel Siracusano, nei due giorni successivi, sono di diverso tenore.
“Il nostro impegno, del Governo, è quello di continuare a lavorare in sinergia con le aziende e le parti sociali per coniugare sviluppo economico, salvaguardia dell’occupazione e tutela ambientale. Questo tavolo – ha subito dichiarato il deputato nazionale Luca Cannata (Fratelli d’Italia), presente al tavolo ministeriale – non è solo un’occasione di confronto, ma un passo concreto verso soluzioni strutturali per garantire un futuro sostenibile al polo industriale siracusano e alla nostra comunità e per individuare una strategia“. “La decisione del Tribunale del Riesame di Roma di confermare il blocco delle operazioni del depuratore Ias spa – ha ribadito – rappresenta un rischio reale per la continuità produttiva di aziende strategiche come Isab, Versalis, Sonatrach e Sasol, e per migliaia di posti di lavoro, oltre che per gli investimenti già avviati verso la decarbonizzazione e la sostenibilità ambientale”. “Il ministro Urso con il nostro governo Meloni ha dimostrato, ancora una volta, grande attenzione verso il nostro territorio, avviando un percorso concreto per garantire la salvaguardia dell’intero comparto produttivo – ha aggiunto Cannata – Oggi ci siamo occupati di Ias, ma sono già stati fissati ulteriori tavoli di confronto per il 3 e il 5 dicembre, dedicati rispettivamente al piano industriale di Eni Versalis e alla strategia complessiva per l’industria chimica italiana”.
Dal senatore Antonio Nicita (Partito democratico) è arrivata una proposta dettagliata, inserita in alcuni emendamenti in sede di discussione dell’atto Senato 1272, inerente alla conversione in legge del cosiddetto decreto “Tutela ambientale”. Propone quanto segue.
“1) Il Governo proceda, al primo decreto disponibile, a riformulare l’art. 104bis disp. att. c.p.p. recependo le disposizioni della Corte, in particolare imponendo un termine massimo di consultazione delle misure prescrittive fino a sei mesi e un termine massimo di operatività degli impianti di 36 mesi;
2) conseguentemente, riesamini e modifichi il Dpcm che qualificava Ias e Priolo Servizi scpa come infrastrutture necessarie ad assicurare la continuità produttiva degli stabilimenti della società Isab, estendendo tale condizione agli impianti (e alle relative condotte) dei grandi utenti la cui attività di depurazione è co-essenziale al funzionamento dell’Ias e, quindi, di Isab; a tal fine il Governo può estendere la norma che statuisce l’amministrazione temporanea di impianti strategici di interesse nazionale anche alle strutture ad esse funzionali e necessarie, al fine di garantirne un coordinamento diretto;
3) riesamini e, conseguentemente, modifichi il Dpcm del 12/9/2023 in modo da assorbire integralmente le osservazioni della magistratura, definendo, d’intesa con la Regione, le risorse immediatamente disponibili, un cronoprogramma verificabile degli investimenti (ivi incluso il termine massimo di operatività degli impianti di cui alla decisione della Corte), un credibile monitoraggio quotidiano effettivo, un sistema replicabile, di controlli umani e automatici, che sia efficace e bilanciato su parametri certi e definiti con criteri condivisi e pienamente rispettosi della legislazione vigente, previa consultazione con tutti gli enti e i soggetti eligibili;
3) individui per Ias una nuova e semplificata struttura di Governance, con meccanismi di controllo rafforzati e garanzie di economicità nella gestione;
4) assegni ad Ias nuovi ruoli prospettici e nuovi finanziamenti per procedere verso una strategia di diversificazione nel campo della desalinizzazione delle acque marine nella prospettiva di liberare le risorse idriche attualmente usate dalle industrie per altri usi;
5) al fine di imporre rimedi selettivi a siti e impianti di attività strategicamente complementare a Isab istituisca le Zone industriali di interesse strategico nazionale. Al tal fine ho presentato un emendamento al “dl Ambiente” in discussione presso il Senato: “Al decreto legge 9 agosto 2022 n. 115, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 settembre 2022, n. 142, dopo l’articolo 32, è aggiunto il seguente: Art. 32 bis (Zone industriali di interesse strategico nazionale). 1. Sono istituite, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, le Zone industriali di interesse strategico nazionale (Zis). Tali aree sono individuate dalla presenza congiunta di uno o più siti già riconosciuti come siti di interesse strategico nazionale, nonché di ulteriori siti e impianti i quali, ancorché non riconosciuti come siti di interesse strategico nazionale, svolgono attività che si pongono in una relazione di stretta complementarietà tecnologica, infrastrutturale, strategica, industriale e occupazionale con siti di interesse strategico nazionale, localizzati nella medesima zona geografica, anche ai fini della programmazione della riconversione energetica, ecologica e occupazionale. Gli impianti e i siti la cui attività o dotazione infrastrutturale è funzionale a quella di siti di interesse strategico nazionale, che insistono nella medesima zona geografica industriale, sono inseriti, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, nella Zis territoriale e sono soggetti a prescrizioni selettive, per un periodo massimo di trentasei mesi, strettamente funzionali alla continuità produttiva dei siti di interesse strategico nazionale che insistono nella medesima area, e alla realizzazione dei piani di conversione ecologica e industriale programmati, nel rispetto della legislazione vigente. Con il medesimo decreto che istituisce una Zis, il Governo ne definisce gli ambiti e le competenze, nominando un Commissario responsabile del monitoraggio delle prescrizioni. Le Zone industriali di interesse strategico nazionale rientrano, per le finalità di cui all’articolo 32 della presente legge, nelle Aree di interesse strategico nazionale ivi definite”.
Particolarmente critica all’esito del tavolo ministeriale la Cgil, con un comunicato stampa a firma del segretario generale provinciale Roberto Alosi. “La decisione assunta dal Governo nazionale e regionale di istituire un tavolo tecnico-giuridico congiunto, al fine di valutare se esistono ulteriori percorsi di contrapposizione alla decisione della Magistratura in merito alla vicenda Ias, rischia di essere una scelta inutile e perdente per tutti – asserisce Alosi – Anziché provare a recepire i rilievi della Corte, condividendone la praticabilità nell’ambito di un cronoprogramma condiviso e rispettoso del dettato legislativo e individuare le risorse pubbliche e private necessarie a realizzare nei tempi previsti le prescrizioni indicate, i Governi nazionale e regionale, scelgono di portare fino il fondo il conflitto fra i due poteri. Cavalcare lo scontro e puntare il dito contro la magistratura, considerata l’unica responsabile della paventata chiusura dell’Ias, è una scelta politica sbagliata dal vago sapore propagandistico che rischia di scaricare sulla pelle dei lavoratori e del territorio una partita giocata su campi diversi e niente affatto nobili. Rimaniamo convinti della possibilità di trasformare la profonda crisi nella quale ci troviamo in una opportunità di rilancio per l’intero Polo industriale ma serve una seria politica di sistema in grado di elaborare credibili piani di riconversione energetica ed ecologica a partire dalla riqualificazione e dal rilancio dell’impianto Ias funzionale all’intero assetto produttivo. Occorre sapere con chiarezza chi fa che cosa e chi mette le risorse pubbliche e private necessarie per rispondere alle esigenze ambientali rilevate dalla magistratura. Non ci convince l’idea di aggirare l’ostacolo mandando in soffitta la scelta di mantenere un unico punto di trattamento a controllo pubblico (l’Ias è di proprietà della Regione siciliana) per tutti i reflui industriali e non solo industriali e procedere alla costruzione di singoli impianti di depurazione privati, uno per ogni grande azienda, che moltiplicano il numero di sbocchi a mare e che scardinando la reciprocità produttiva dei vari siti e l’unicità del controllo pubblico dell’insieme degli scarichi. Per queste ragioni, chiediamo ai governi nazionale e regionale e al sistema delle imprese di rivedere la rigidità delle proprie posizioni, di rispondere positivamente ai rilievi della magistratura e di aprire interlocuzioni proficue e mediate nell’interesse dei lavoratori e del territorio“.
Si è espresso stamani il presidente di Confindustria Siracusa, Gian Piero Reale. “Ringraziamo il ministro delle Imprese e del Made in Italy, sen. Adolfo Urso, e tutto il Governo per la riconfermata e costante attenzione in merito alle vicende del Polo industriale di Priolo – premette – Le aziende del Polo hanno da sempre operato nel pieno rispetto delle autorizzazioni ambientali (Aia) e dei contratti di depurazione vigenti e ribadiscono oggi la piena disponibilità a partecipare alla campagna di controlli straordinaria messa in campo da Arpa nella sua qualità di ente di controllo preposto. Le Società sono altresì costantemente impegnate nella gestione e nel miglioramento continuo degli asset esistenti – puntualizza Reale – con investimenti mirati a garantire il pieno rispetto delle normative vigenti sui propri reflui e, in particolare, del decreto interministeriale del 18 settembre 2023 e delle Aia di riferimento. Le aziende confidano che anche le risultanze dell’incidente probatorio in corso – la cui data di ultimazione è prevista per il 7 dicembre 2024 – confermeranno il rispetto dei limiti fissati dalle norme. Auspichiamo infine, nel massimo spirito di collaborazione, che i futuri incontri programmati presso il Mimit, rappresentino un passo concreto e significativo verso la trasformazione del Polo industriale di Priolo, definendone gli opportuni finanziamenti e sostegni senza i quali il futuro diventerebbe incerto“.