È la cosiddetta febbre suina ad attrarre, in questi giorni, l’attenzione nella zona iblea. Il caso del giovane modicano, 35 anni, trasferito immediatamente all’Ismett di Palermo dopo i primi accertamenti all’Ospedale “Maggiore”, si aggiunge ad altri due casi di febbre suina che avevano colpito, in periodi precedenti, due cittadini della città di Chiaramonte Gulfi. Il giovane, nei giorni scorsi, era stato condotto presso il nosocomio modicano a seguito dell’aggravarsi del suo stato di salute, dopo circa una settimana di malessere considerato una comune influenza, dopo la diagnosi di polmonite è stato immediatamente trasferito in elisoccorso a Palermo. Oggi inizia a manifestare lievi miglioramenti, ma i sanitari preferiscono mantenere riservata la prognosi data l’importanza del coinvolgimento polmonare. Stessa sorte è spettata ad uno dei due cittadini di Chiaramonte Gulfi, mente il terzo ormai risulta in via di guarigione.
La febbre suina è una patologia virale, causata da un ceppo di virus influenzale di tipo A e sottotipo H1N1, che causa sindromi fondamentalmente simili a quelli della comune influenza. Mentre in passato sindromi da febbre suine erano sporadiche ed erano dovute da trasmissione diretta del virus dal suino all’uomo; oggi, la variante H1N1 del virus si trasmette da uomo ad uomo attraverso uno starnuto, un colpo di tosse, provocando un quadra clinico simil-influenzale. Il quadro clinico molto generico rende difficile un’immediata diagnosi di certezza, che si può fare mediante lo studio di campioni di saliva (tampone faringeo o nasale), dato che i sintomi sono solo: febbre elevata fino a 39 °C; malessere generale; senso di stanchezza; tosse; dolori ai muscoli ed alle ossa. In alcuni casi, purtroppo, l’infezione virale può dare delle complicanze come la broncopolmonite o la polmonite. – redazione