Siracusa – La Federazione Unitaria dei lavoratori della Costruzione (Feneal UIL, Filca Cisl e Fillea-CGIL) ha appreso nei giorni scorsi, dagli organi di stampa, dell’assegnazione dei lavori per l’esecuzione della bretella Targia,sempre in attesa di inafferrabili finanziamenti, per la realizzazione dell’opera principale, che piovano sul viadotto da chissà quale benefattore. La Federazione Unitaria dei lavoratori della Costruzione (Feneal UIL, Filca Cisl e Fillea-CGIL) chiede che, al danno per la cittadinanza costretta da anni a una viabilità insufficiente, non si aggiunga la beffa per i lavoratori del settore che potrebbero ritrovarsi con un pugno di mosche in mano.
“Sarebbe quasi oltraggioso che a Siracusa si paghi – scrivono – due volte per una opera che ha prodotto così tanti disagi ed insicurezza, poiché non è immaginabile che per questo lavoro non si utilizzi la manodopera locale. Questa operazione non risolverebbe di certo il problema della disoccupazione spaventosa nel settore edile che, come è noto , a Siracusa ha perso due terzi degli addetti in meno di 10 anni, ma darebbe un segnale di fiducia ed attenzione da parte delle istituzioni nei confronti del settore. Ci aspettiamo, pertanto, che il Comune convochi le organizzazioni sindacali verificando insieme l’applicazione della deliberazione di giunta del 2014, siglata per la difesa e la salvaguardia della manodopera locale impegnando almeno il 50% degli operai edili nell’opera, anche in considerazione dell’elevato livello di disoccupazione locale . Chiediamo che si attinga – aggiungono -, per evitare ingerenza politica e dare segnali ulteriori di trasparenza, dalla Banca Dati della Borsa Lavoro Edile Nazionale ( Blen ), così come stipulato dal Comune di Siracusa e dall’Ente Scuola Edile Siracusana, al fine di dare priorità a lavoratori in condizioni di particolare disagio occupazionale. Basti semplicemente ricordare un dato, per capire come l’emergenza-lavoro si sia ulteriormente aggravata: Siracusa è la seconda città della Sicilia per tasso di disoccupazione dopo Agrigento ( 25,3% contro 25,5%), a fronte di una media regionale che si attesta nel 2014 al 22,1%. Il dato è tendenzialmente in aumento nei primi due trimestri del 2015 dello 0,2% ( dati ISTAT). Si inizi, quindi, a dare dei segnali a questa provincia rispettando i protocolli e le delibere di Giunta. Non possiamo al momento aspirare a qualcosa in più da parte delle imprese locali che perdono costantemente le gare per questo tipo di lavori nel 75% dei casi”.