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Canicattini Bagni, 26 Marzo “Giornata della Legalità, della Memoria e dell’Impegno” in ricordo di tutte le Vittime innocenti delle mafie

Si celebra Giovedì 26 Marzo 2015, con inizio alle ore 9:00, nell’Aula consiliare del Comune di Canicattini Bagni, la “Giornata della Legalità, della Memoria e dell’Impegno in ricordo di tutte le Vittime innocenti delle mafie”, a cura della Sezione “Ragazzi” della Biblioteca comunale “G. Agnello”, diretta dalla dottoressa Paola Cappè, in collaborazione con le lettrici volontarie di Nati per Leggere, e il Presidio “Salvatore Raiti” di LIBERA Canicattini Bagni che la promuove.

Saranno due gli appuntamenti riservati agli alunni dell’istituto Comprensivo “G. Verga” della città:
• il primo dalle ore 9:00 alle 10:30 per le 5° ed una delle 4° classi delle Elementare (quest’ultima dall’inizio dell’anno ha già intrapreso un percorso di ricerca e di studio sul fenomeno mafioso);
• il secondo dalle ore 11:00 alle 12:30 per le classi della 1° Media.

I due momenti avranno il seguente programma:il_dono_del_re_dei_pesciLa_volpe_Sophia_COPERTINA

• Presentazione dell’Associazione LIBERA;
• Lettura libro “Il dono del re dei pesci” su Peppino Impastato (ucciso dalla mafia il 9 maggio del 1978 a Cinisi – PA) di Annamaria Piccione ed. Verbavolant;
• Proiezione cortometraggio “La volpe Sophia “ di Andrea Lucisano;
• Dibattito

Un modo per fare conoscere ai più giovani l’impegno di tutte le vittime di mafie a difesa di valori come la legalità e la giustizia, per non disperderne il ricordo e riceverne il testimone, sentendosi così custodi del loro esempio e “adottarne” la memoria.

Ai due appuntamenti sarà presente Giovanna Raiti (lo scorso anno insignita dell’onorificenza di Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica Italiana, per il suo impegno civile), sorella del giovane Carabinieri siracusano Salvatore Raiti, a cui è intitolato il Presidio canicattinese di Libera, Medaglia d’Oro al Valor Civile, ucciso a soli 19 anni, il 7 marzo del 1981 nell’agguato mafioso della Circonvallazione di Palermo, assieme ai Carabinieri, Silvano Franzolin e Luigi Di Barca, e a Giuseppe Di Lavore, autista dell’auto con la quale stavano trasferendo dal carcere di Enna a quello di Trapani il boss mafioso catanese Alfio Ferlito, che morì nell’agguato, vero bersaglio dei killer.


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