Ezechia PAolo Reale “Polemica con i giornalisti? No, Grazie”

Riceviamo e pubblichiamo una lettera dell’Avv. Ezechia Paolo Reale inviata all’Assostampa di Siracusa
“Con tutti i professionisti locali dell’informazione credo di avere un rapporto che oscilla tra l’amicizia ed il reciproco rispetto. Fatico, pertanto, a comprendere le ragioni per le quali Assostampa prova a trascinarmi in una polemica che non mi appartiene. Non vedo pericoli per la libertà di stampa né nel richiamo del Sindaco ad un maggior equilibrio tra garanzie individuali e diritto di cronaca, tema certamente non nuovo ed oggetto, ad ogni livello, di periodiche e mai risolte dispute, né tantomeno nella querelle tutta personale tra Simona Princiotta e Gaspare Urso, che, per quanto comprendo, ha ad oggetto non l’attività professionale del giornalista, quanto piuttosto uno scambio di vedute tra i due, condotto sui rispettivi profili personali di un social network, nel quale identificare il ruolo dell’aggredito e dell’aggressore è materia di opinione, ove la mia non coincide con quella di Assostampa. Queste vicende, a me estranee, sono sintomatiche per Assostampa di un’ingerenza indebita della politica sull’informazione. Ed in tale contesto viene inserita anche una riflessione pubblicata sul mio profilo privato di Facebook che – rassicuro così Assostampa – gestisco personalmente ed in via esclusiva, ritenendo di avere livello di istruzione e capacità espressiva tali da poter fare a meno del supporto di “fantasmi”, non appropriatamente evocati. Ma il mio non era affatto un tentativo di condizionare l’autonomia delle redazioni giornalistiche, come erroneamente apparso ad Assostampa. Fa bene Assostampa, nell’ambito della sua attività sindacale, a voler difendere i diritti dei suoi associati, ma non altrettanto a dimenticarne i doveri, tra i quali quello di informare, ed a trascurare i diritti degli altri cittadini, tra i quali quello ad essere informati. Una notizia importante come quella di un attentato incendiario ai danni di un rappresentante elettivo della città e le reazioni che politica e società avevano avuto, o non avuto, a quell’evento non ha trovato spazio per oltre otto ore in molte testate locali on-line, che dell’immediatezza dell’informazione fanno la loro ragion d’essere. Nell’ambito della mia libertà di espressione – il cui esercizio è diritto di tutti e certamente è caro ad ogni giornalista – ho evidenziato in poche righe tale inefficienza, offrendone la spiegazione che mi è parsa più ragionevole, senza con questo voler certo condizionare la libertà della stampa o, peggio, strumentalizzarne l’operato politicamente, anche perché l’argomento era un vile attentato incendiario contro un rappresentante delle istituzioni, e quindi un fatto di pura cronaca, seppur con evidenti riflessi politici. Voglio leggere in positivo la reazione di Assostampa, non come inappropriata rivendicazione corporativa, ma come sintomo di orgoglio e di voglia di riscatto di un’intera categoria professionale che va stimata ed ammirata per l’insostituibile quotidiano servizio che rende alle libertà ed alla democrazia tra le tante difficoltà, a partire da quella economica, che oggi relegano l’Italia al 77° posto – preceduta anche da Burkina Faso, Botswana e Niger – nella classifica mondiale del livello di libertà di stampa nei vari paesi. Se un utile confronto propositivo nascerà su questi temi sono pronto, con assoluta serenità e convinzione, a sostenere il mio punto di vista da cittadino, da uomo politico, da avvocato e anche da ghostwriter di me stesso. Ma senza polemiche strumentali. A Siracusa ne abbiamo sin troppe di reali e abbiamo bisogno di crearne altre strumentali”.