Floridia, lutto nel mondo della cultura: è morto il pittore Antonio Brancato
FLORIDIA -Lutto nel mondo della cultura floridiana ma anche siciliana. Oggi è venuto a mancare il pittore floridiano Antonio Brancato. Il semiologo Salvo Sequenzia ha tracciato un ricordo dell’artista floridiano.
“Nino Brancato si è oggi inoltrato per sempre lungo il sentiero che conduce verso «l’antro incantato della luna» – via cui era aduso negli innumerevoli transiti da un locus a un altro del suo meraviglioso mondo dipinto – intraprendendo quel «viaggio celeste», compimento ultimo e definitivo della vita, su cui ha scritto il poeta Mario Luzi a proposito del pittore Simone Martini.Nino Brancato è stato un pittore colto, un uomo dall’anima semplice e gentile”.
“Stupore, intelligenza e meraviglia sono state le modalità con cui egli ha manifestato la sua sintonia con il mondo e con gli altri; le stesse che ha riversato sulla tela spiando con sguardo lungo e «memorioso» i segni e le forme che suscitano il mistero e la gioia del fare arte.Di quel mistero e di quella gioia Nino Brancato – aggiunge Salvo Sequenzia -, insieme al gemino Tano, si sentiva parte: non semplice ‘scrutator’ ed ‘artifex’, ma sostanza viva, forma fluens della physis che, al modo dei grandi pensatori dell’età umanistica e rinascimentale, si agitava dentro di lui e prendeva corpo nel disegno, nelle incisioni, nelle acqueforti e nelle tele, espressione dell’infinitamente grande nell’infinitamente piccolo di cui l’arte è opus.Nino Brancato ha attraversato la storia dell’arte del Novecento da testimone, interprete e protagonista. Sommesso e incantato, il suo stile ha conosciuto la purezza sognante dell’anima junghiana colta nell’atto di guardare alla natura delle cose e di trasformarle, di dare ad esse nuova vita e nuova dimensione di senso.Nino Brancato è stato un creatore di mondi, un deus spinoziano intransigente e mite, illibato dagli stili e dalle correnti, dalle storicizzazioni e da ogni approssimativo posizionamento ideologico ed estetico.Mito, storia, natura precipitano in una narrazione per immagini di vastità e profondità ariostesche. I grandi temi che anno affascinato e inquietato il Novecento – in filosofia, letteratura, arte – sono intramati naturaliter in questa narrazione: il doppio, lo specchio, l’erranza, il perturbante, la dimora, il ritorno”.
“La vicenda biografica, nell’opera di Nino Brancato – conclude -, diviene un tutt’uno con la vicenda dell’umanità e del cosmo, secondo una rispondenza cara a Bruno, a Telesio, a Campanella, nell’intuizione del ‘rizoma’ deleuziano che connette gli atti minimi dell’essere ai grandi cicli della natura, che Nino ha percorso con sapienza di alchimista dedito al compimento del suo Opus magnum.Nino Brancato è stato, essenzialmente, un poeta. Un poeta della figura e del colore, un poeta che ha saputo raccontare con grazia silente il mistero e la gioia del fare arte.A me mancherà, soprattutto, il suo sorriso. E quello sguardo lungo che invitava a spingersi lontano, oltre la radura, verso altri mondi”.