Politica

Hotspot ad Augusta, il deputato Luigi Di Maio presenta un’interrogazione parlamentare

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Augusta – La vicenda dell’Hotspot di Augusta è oggetto di un’interrogazione parlamentare del deputato del movimento cinque stelle Luigi Di Maio indirizzata al Ministro dell’interno e al minstro dei Trasporti e infrastrutture.
“Il 2 novembre 2015 è stato pubblicato sul sito internet del Ministero dell’interno il «Bando di gara per l’affidamento in 2 lotti per le strutture di attendamento per l’accoglienza dei migranti presso i porti di Taranto e Augusta»;  più precisamente – si legge nell’interrogazione – , si tratterebbe di un bando di forniture emanato dal dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione concernente la «Procedura aperta ex articolo 55, comma 5, del decreto legislativo 12 aprile 2006 n. 163 per l’affidamento in 2 lotti della Fornitura e posa in opera, comprensiva di trasporto, installazione, montaggio e manutenzione di strutture di attendamento per accoglienza dei migranti presso il Porto di Taranto (lotto n. 1) e il Porto Commerciale di Augusta (lotto n. 2)»;  secondo quanto appreso dall’interrogante, il Ministero dell’interno starebbe provvedendo a individuare e attrezzare, in conformità a quanto stabilito dalla cosiddetta «agenda Juncker» in materia di immigrazione, le aree per la collocazione dei punti di sbarco e identificazione dei migranti, cosiddetti hot spot;  tuttavia, all’interrogante risulta che tale bando sia stato emanato senza che l’autorità portuali di Augusta abbiano concesso la preventiva e necessaria autorizzazione alla realizzazione delle predette strutture;  occorre peraltro considerare che, secondo quanto segnalato all’interrogante, le medesime aree sarebbero interessate da concessioni a soggetti privati che non risulterebbero, al momento, essere state revocate. Inoltre, non potrebbero essere avviati i cantieri previsti per i prossimi mesi per la realizzazione di progetti già appaltati e finanziati, con la conseguente perdita di finanziamenti già previsti;  in aggiunta a tutto ciò, secondo quanto segnalato all’interrogante, si porrebbe in palese violazione degli articoli 4, 6 e 18 della legge 28 gennaio 1994, n. 84. In particolare, si configurerebbe una violazione dell’articolo 4 laddove vengono classificati i porti e definite le relative funzioni; in effetti, secondo quanto disposto dal comma 1-bis del citato articolo dovrebbe avere esclusivamente «funzioni commerciale, industriale e petrolifera, di servizio passeggeri, peschereccia e turistica e da diporto» ovvero funzioni radicalmente diverse rispetto a quelle previste da un hot spot;  peraltro – aggiunge il vice presidente della Camera dei Deputati – , si ravviserebbe anche una violazione della lettera c) del comma 1 dell’articolo 6 della citata legge n. 84 del 1994, laddove si prevede che uno dei compiti dell’autorità portuale sia «l’affidamento e il controllo delle attività dirette alla fornitura a titolo oneroso agli utenti portuali di servizi di interesse generale, non coincidenti, né strettamente connessi alle operazioni portuali di cui all’articolo 16, comma 1, individuati con decreto del Ministro dei trasporti e della navigazione, da emanarsi entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge». Non risulta all’interrogante che tale procedura sia stata ottemperata; 
inoltre, l’articolo 18 della medesima legge n. 84 del 1994, affida all’autorità portuale il compito di dare in concessione le aree demaniali e le banchine comprese nell’ambito porti per l’espletamento delle operazioni portuali, limitatamente allo svolgimento di funzioni attinenti ad attività marittime e portuali: ciò non sarebbe avvenuto, dal momento che risulterebbe all’interrogante non solo la mancanza di un qualsiasi provvedimento di concessione o affidamento da parte dell’autorità portuale di Augusta per l’utilizzo dell’area interessata dal bando di gara, ma addirittura vi sia stato un parere contrario del comitato portuale dell’autorità alla realizzazione del cosiddetto hot spot all’interno dell’area portuale; 
secondo fonti di stampa, la procura della Repubblica di Siracusa starebbe valutando se procedere in relazione ad un esposto depositato sulla base delle medesime segnalazioni concernenti la mancata autorizzazione;  l’interrogante agirà in ogni sede nazionale e sovranazionale al fine di ripristinare la legalità e evitare la costruzione di questo hot spot che da un lato minaccerebbe la sicurezza della cittadinanza e, dall’altro, frustrerebbe ogni opportunità di sviluppo economico-commerciale della città legata ad un porto già classificato come core, nonché recentemente individuato come sede di autorità di sistema portuale –:  quale sia la posizione dei Ministri interrogati in relazione alla vicenda illustrata in premessa;  se il Ministro dell’interno abbia chiesto l’autorizzazione dell’autorità portuale di Augusta e, in caso positivo, se l’abbia ottenuta prima dell’emissione del citato bando; qualora tale autorizzazione non sia stata richiesta, non sia stata concessa o sia stata negata, se il Ministro dell’interno non ritenga di dover agire in autotutela sospendendo qualsiasi procedura e verificando la possibilità di ritiro del bando, in tal caso evidentemente viziato; 
se il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti abbia autorizzato l’installazione di tale hot spot; qualora l’abbia fatto per quale ragione abbia concesso il suo assenso; qualora non l’abbia fatto, se non intenda adottare iniziative anche nei rapporti con il Ministero dell’interno, a tutela delle proprie competenze”.


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