E’ iniziata stamattina la seconda fase dell’operazione Eunavformed. Seguendo gli orientamenti politici forniti dai ministri della difesa e degli affari esteri nelle riunioni informali su 3 e 5 settembre, ambasciatori UE in seno al comitato politico e di sicurezza ha deciso di avviare la prima fase della seconda fase dell’operazione, de approvato le corrispondenti regole di ingaggio. L’operazione navale dell’UE contro trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo sarà in grado di salire a bordo, la ricerca, il sequestro e distogliere imbarcazioni sospettate di essere utilizzati per il contrabbando o il traffico umano in alto mare, in linea con il diritto internazionale. Il Comitato politico e di sicurezza ha inoltre deciso che EUNAVFOR Med dovrebbe essere ribattezzato “Sophia” dopo il nome dato al bambino nato sulla nave dell’operazione che salvò la madre il 22 agosto 2015 al largo delle coste della Libia.
“La decisione di oggi prende l’operazione navale dell’UE dalla sua intelligence raccolta di fase alla fase operativa e attiva contro trafficanti di esseri umani in alto mare. L’Unione europea ha dimostrato la sua capacità di agire in modo rapido e unita. Siamo anche uniti nel nostro sforzi diplomatici per trovare sia una soluzione politica alla crisi in Siria e Libia, e, in collaborazione con i paesi di origine e di transito dei flussi migratori, per sostenere lo sviluppo economico e sociale di questi paesi. “
La decisione del Comitato politico e di sicurezza per lanciare il primo passo della fase 2 dell’operazione segue una valutazione da parte del Consiglio il 14 settembre che sono state soddisfatte le condizioni per passare a questa fase.
Il comandante ammiraglio Credendino ha giudicato possibile la transizione con gli Stati membri hanno fornito le risorse necessarie per questa fase più attiva nella conferenza di generazione delle forze del 16 settembre del 2015.
L’operazione ha lo scopo di interrompere il modello di business di traffico e di tratta reti umane nel Mediterraneo e per impedire la ulteriore perdita di vite umane in mare. Fa parte di un più ampio approccio globale dell’UE in materia di migrazione, affrontando sia i sintomi e le cause principali, quali conflitti, la povertà, il cambiamento climatico e la persecuzione.
A cura di Salvatore Pappalardo