Melilli, si accende la polemica contro la maggioranza dopo le dimissioni del revisore unico


MELILLI – Atmosfera sempre più surriscaldata a Melilli in vista della campagna elettorale per il rinnovo del consiglio comunale che si terrà a maggio. Ad accendere la polemica contro la maggioranza che sostiene il sindaco uscente Pippo Cannata, sono stati i segretari comunali del Pd, Udc e Italia dei Valori, rispettivamente Salvatore Sbona, Ercole Gallo e Massimo Magnano, condividendo un documento nel quale chiedono chiarimenti dopo le dimissioni del revisore unico e dei componenti del nucleo di valutazione.
Ecco il documento e la loro posizione: “Le segreterie comunali congiunte del PD-UDC-IDV di Melilli, osservando con scrupolosa attenzione quanto accade all’interno del Palazzo Comunale, tra le molte “stranezze” riscontrate di recente rilevano due fatti che ritengono eclatanti: le dimissioni del revisore unico e quelle dei componenti il nucleo di valutazione. Entrambe le figure, sebbene con funzioni diverse, rappresentano difatti gli organi di controllo che svolgono i loro rispettivi compiti a garanzia del regolare svolgimento dell’attività amministrativa di un ente, che deve risultare trasparente, legittima e tendere all’economicità. Si chiedono, infatti, se le motivazioni che hanno spinto i due organi a rassegnare le proprie dimissioni siano state “volontarie” o se, in qualche modo, sia stata forzata la loro mano. Le elezioni amministrative sono ormai alle porte e i segretari locali dei tre partiti sono convinti che l’attuale amministrazione, come sempre, “scambia” la casa di tutti i cittadini come se fosse la propria. Il Comune è divenuto il luogo dove la campagna acquisti è già in atto, un vero e proprio “mercantificio” che non risparmia nessuno. Basta collegarsi sul “sito istituzionale” del Comune di Melilli per rendersi conto di quanto affermato. E non viene risparmiato nessuno. Neppure i dipendenti comunali. E’ di questi giorni il bando di selezione per le progressioni economiche orizzontali del personale dipendente. A due mesi dalle elezioni viene messo in atto uno strumento contrattuale che è stato immobile per cinque anni. Si crede che anche questa azione abbia scopi meramente elettorali, che, comunque, andrà a beneficio di pochi: su un organico di 152 unità i beneficiari saranno solamente 15”.