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Noto, arriva la Notte del liceo classico, l’appello di un docente: “È un’eccellenza italiana”

NOTO – Tutto pronto per la Notte nazionale del liceo classico, che coinvolgerà oltre 300 licei in Italia e, tra questi, anche il liceo classico “A. Di Rudinì” di Noto.

L’evento, organizzato dagli studenti con l’aiuto del corpo docente, inizierà domani 13 gennaio alle 18.00 presso la sede centrale in corso Vittorio Emanuele. Il “Di Rudinì” ha dedicato la terza edizione dell’iniziativa alle potenzialità che ha il liceo classico rispetto al mondo delle professioni. Vari professionisti, che operano in settori differenti e che sono originari di Noto, incontreranno i ragazzi e interverranno raccontando le proprie esperienze.

La Notte nazionale del liceo classico è nata nel 2015 grazie all’idea del prof. Rocco Schembra, docente di latino e greco presso il liceo classico “Gulli e Pennisi” di Acireale. Da allora, sono parecchi i licei in Italia che hanno deciso di aderire e valorizzare un percorso di formazione, che ultimamente è poco apprezzato.

“Nel liceo classico – ci spiega il prof. Paolo Randazzo, che insegna latino e greco presso il “Di Rudinì” di Noto – si studia il mondo antico per capire il mondo contemporaneo e l’alterità. Non comprenderemo mai fino in fondo il mondo antico, ma noi attraverso lo studio di questo abbiamo una via privilegiata per la comprensione del valore dell’alterità: è questa la cosa più moderna che può insegnare il liceo classico ai ragazzi. Nuove culture bussano alle porte e noi dobbiamo creare gli strumenti per dialogare con queste culture”.

Il liceo classico netino ha visto negli ultimi due anni un incremento delle iscrizioni, ma ogni anno non si possono avere certezze sul numero dei nuovi iscritti. Le iscrizioni nei licei classici difatti sono in calo: spesso i ragazzi pensano che non possa esserci correlazione tra lo studio che offre una scuola di questo tipo e il mondo del lavoro.

“Ѐ diffusa l’idea che il liceo classico sia un po’ al di fuori della contemporaneità, – continua il docente – eppure si trova soltanto in Italia e ciò lo rende un’eccellenza. Il liceo classico non è la scuola migliore del mondo, ma quel poco di matematica e scienze che un ragazzo potrebbe non studiare può essere recuperato. Le materie umanistiche, invece, che si possono perdere scegliendo un altro corso di studio, non potranno più essere recuperate. Chiudere il liceo classico significa svendere gratuitamente una tradizione culturale che andrebbe valorizzata e che ci porta a una comprensione della contemporaneità straordinaria”.


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