Novità nell’editoria italiana: l’edicola va sulla rete. Più di 60 quotidiani e periodici sono in vendita da gennaio 2015, in abbonamento, nella loro versione online sulla rete. L’iniziativa è frutto dell’idea della start-up Premium Store, incubata da Digital Magics che, grazie alla collaborazione dei più importanti editori italiani come Caltagirone Editore, Gruppo 24 ORE, Gruppo Editoriale L’Espresso, La Stampa, Mondadori and RCS MediaGroup, ha dato vita a “Edicola italiana”, l’edicola italiana sulla rete.
L’abbonamento consente di fruire oltre che delle pagine aggiornate dei principali quotidiani anche dei loro archivi sia per cronologia di pubblicazione che per parola chiave attraverso un motore di ricerca. A ogni abbonato viene assegnata una parola chiave che consente l’accesso alla lettura e alle eventuali “App” che i singoli giornali vorranno sviluppare. È possibile sia l’abbonamento al singolo giornale che la formula “All can you READ”che consente, per 9.99 euro mensili, l’abbonamento ai mensili e per 14.99 sia ai mensili che ai settimanali. Sarà anche possibile acquistare e-book dotati di uno sfogliatore web in formato HTML5, per i publisher che non hanno ancora una versione digitale dei loro prodotti editoriali.
Precedenti esperienze di giornali a pagamento sulla rete sia italiane che straniere finora sono stati molto deludenti. Basti ricordare l’Unità, l’Unione Sarda, il New York Times. Adesso i tempi sembrano essere cambiati. Secondo le previsioni di “PWC Media and Entertainment out look” 2013-2017, i ricavi delle vendite delle copie digitali di prodotti editoriali cresceranno in Italia di circa il 40% nel 2017, raggiungendo 243 milioni di euro per gli acquisti online di e-book, 115 milioni di euro per i magazine e 86 milioni di euro per i quotidiani.
In Italia nel 2013 le vendite degli abbonamenti sulla rete dei quotidiani sono aumentate oltre l’80% rispetto al 2012 (a dicembre 2013 erano 365.384). Per quanto riguarda mensili e settimanali a novembre 2013 si contavano circa 486.000 riviste digitali acquistate, con buone previsioni di crescita per la fine del 2014. Resta però ancora irrisolto il nodo fondamentale caratterizzato dalla contraddizione esistente tra le esigenze di standardizzazione produttiva delle grandi imprese editoriali e la crescente esigenza di localizzazione della domanda espressa dal ruolo, ormai preponderante, dei social-media. La fruizione della notizia e delle in formazioni diventa, infatti, sempre di più un modo di espressione della propria identità e non un semplice atto di acquisto. Con un neologismo occorre glocalizzare piuttosto che globalizzare.
Fonte foto:tech.fanpage.it