A denunciare i fatti l’europarlamentare M5S Ignazio Corrao: “Diecimila tonnellate di polverino dell’acciaieria pugliese trasferiti in Sicilia in gran silenzio. Probabile violazione normativa europea sullo smaltimento in prossimità”.
“Augusta, Priolo e Melilli sempre più triangolo della morte, grazie agli sbarchi di navi contenenti i rifiuti tutt’altro che salubri dell’Ilva di Taranto. Puglia e Sicilia sempre più pattumiere d’Italia”. A dichiararlo è l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao che sta approntando una interrogazione alla Commissione Europea denunciando il continuo traffico di rifiuti industriali trasferiti via mare dall’Ilva di Taranto al porto di Augusta per essere smaltito in Sicilia. Un caso sollevato anche da una recente inchiesta giornalistica de l’Espresso a firma del cronista siciliano Maurizio Zoppi.
“Sto provvedendo a informare la Commissione Europea di questi spostamenti di rifiuti pericolosi dell’ILVA da Taranto al già martoriato territorio di Augusta – dichiara Corrao -. Non mi sembra infatti che spostandoli da una regione all’altra si risolva il problema. Peraltro bisogna tenere in considerazione il principio previsto dalla normativa europea di prossimità nello smaltimento dei rifiuti. Nel porto di Augusta sono arrivate diecimila tonnellate di polverino, materiale di scarto prodotto dall’acciaieria pugliese, destinate alla discarica Cisma di Melilli, materiali non pericolosi secondo l’Arpa. Proprio ad Augusta però, mesi addietro abbiamo avviato il progetto di rilevamento dei dati ambientali Punto Zero, che sta dando risultati molto preoccupanti sulla salubrità ambientale. Augusta e tutto il suo comprensorio – spiega Corrao – continuano a vivere una stagione di agghiacciante sfruttamento industriale palesato anche da un tasso di incidenza tumorale e mortalità che forse non ha pari a livello europeo, il tutto con la tacita connivenza della classe politica a tutti i livelli. È evidente che la contropartita in termini di interessi privati deve essere molto alta. Il presupposto legislativo per un intervento a livello di Esecutivo europeo è anche quello della mancata applicazione di procedure volte a garantire una elevata protezione ambientale e sanitaria. E’ evidente – conclude Corrao – che questo obbligo viene continuamente calpestato ad Augusta.”