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Siracusa, amianto, l’Ona esulta: sentenza riconosce prepensionamento a lavoratore esposto

SIRACUSA – L’occasione del deposito della sentenza della Corte di Appello di Catania, sezione Lavoro, n. 390 del 4 maggio, dà lo spunto all’Osservatorio Nazionale Amianto, all’avv. Ezio Bonanni, coadiuvato dall’avv. Alessandro Scuderi, per insistere in ordine alle urgenti misure di tutela della salute dei lavoratori e cittadini siciliani, esposti e vittime dell’amianto e loro familiari.

Il caso giudiziario reso noto dall’ONA di E.B., ex dipendente della Cogema di Priolo Gargallo, è emblematico. L’INPS aveva rigettato la sua domanda per il prepensionamento, nonostante fosse dimostrata la sua esposizione professionale a polveri e fibre di amianto. In primo grado il Tribunale di Siracusa aveva accolto le tesi dell’INPS e ha rigettato le domande del lavoratore esposto all’amianto, il quale ha dovuto continuare a lavorare nonostante fosse stato già provato fisicamente e moralmente dall’esposizione ad amianto.

Il lavoratore si è quindi rivolto all’ONA, nella persona del coordinatore regionale Calogero Vicario, che ha interessato del caso giudiziario l’avv. Ezio Bonanni, presidente nazionale, il quale ha impugnato la sentenza presso la Corte d’Appello di Catania.

La Corte di Appello di Catania ha disposto una consulenza tecnica, così come richiesto dall’Avv. Ezio Bonanni. L’accertamento tecnico ha permesso di confermare che il signor E.B., come dipendente dell’azienda chimica con sede a Priolo Gargallo, è stato professionalmente esposto a polveri e fibre di amianto per il periodo dal 2 aprile del 1976 al 31 dicembre del 1994, in concentrazioni superiori alle 100 ff/ll, nella media delle otto ore lavorative. Il lavoratore può avviarsi dunque al prepensionamento.

Così come in tutte le occasioni pubbliche promosse, l’ONA con le sue strutture regionale e siracusana denuncia da tempo: strage di lavoratori e cittadini esposti e vittime dell’amianto e loro familiari; la mancata applicazione della normativa in tema di prepensionamento per i lavoratori esposti all’amianto; assenza di doverosi risarcimenti; lungaggini giudiziarie; assenza di sorveglianza sanitaria e dell’istituzione del centro unico presso l’Ospedale di Augusta (così come stabilito dalla L.R. 10/2014); mancata applicazione della cosiddetta Legge Gianni in materia di amianto (L.R. 10/2014); mancata emissione degli atti di indirizzo equipollenti per il riconoscimento dei benefici contributivi per esposizione all’amianto fino al 2003, per i siti siciliani ad alto rischio industriale.

Richieste illustrate anche nel recente convegno che l’ONA ha organizzato a Siracusa lo scorso 18 febbraio (qui il video, ndr), a cui era intervenuto don Palmiro Prisutto, battagliero arciprete di Augusta, abbracciando la causa e dichiarando: “È grave che ci sia la consapevolezza da parte delle istituzioni sulle morti causate da amianto ed inquinamento tra Priolo, Melilli, Augusta e Siracusa, ma si perpetui in silenzio che è sinonimo di incapacità di intervento e vigliaccheria in un territorio trasformato in una delle pattumiere d’Italia”.

(foto di repertorio)


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