Dopo l’allarme rosso lanciato dalla Svimez, arriva ora il severo monito di Elman Brok, presidente della Commissione Esteri del Parlamento Europeo, che a Napoli ha sottolineato come il Sud rischi seriamente di perdere ben 15 miliardi di fondi della programmazione 2007-2013, se non riuscirà a spenderli entro il 2015.
Come può la nostra regione accettare di vedersi ridurre (insieme a Campania e Calabria) il co-finanziamento dei programmi operativi europei dal 50 al 25%, con una perdita di circa 3500 milioni di euro per la Sicilia già annunciata dal Governo nazionale, mentre si registra una lenta ed inesorabile crisi economica del Mezzogiorno, che vede l’emigrazione di 10.000 giovani scolarizzati ogni anno e il minimo storico di natalità dall’Unità di Italia, oltre a costatare come solo il 19% dei piani nazionali per le infrastrutture pubbliche sia destinato alle regioni meridionali?
Per evitare che le regioni del sud subiscano questo incredibile danno, che impedirebbe la modernizzazione e lo sviluppo di imprese sane e competitive, è indispensabile snellire subito le procedure burocratiche, troppo spesso lente e farraginose, e coinvolgere in misura maggiore i privati, che sono in grado di migliorare il tasso di efficienza, scongiurando quei ritardi che a volte vanificano gli effetti positivi degli interventi.
Semplificazione delle procedure ed un concreto piano strategico di interventi pubblici e privati sono indispensabili per una vera ripresa economica di un Mezzogiorno, che trovi in sede Comunitaria una rappresentanza politica forte e credibile, in grado ad esempio di porre con forza il problema della concorrenza sleale delle nazioni dell’Est, che fruiscono degli stessi finanziamenti per le regioni svantaggiate ma che speculano sul costo del lavoro.
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