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Siracusa, Coronavirus, sei casi positivi tra il personale di Villa Salus. Cisl: “Tamponi effettuati a pagamento, grazie al titolare”

SIRACUSA – Ci sarebbero sei casi positivi tra il personale di Villa Salus (nella foto di repertorio), casa di cura privata che insiste sul territorio di Città Giardino, frazione di Melilli. Lo segnalano in un comunicato congiunto il segretario generale della Ust Cisl Ragusa Siracusa, Vera Carasi, il segretario della Fp Cisl, Daniele Passanisi, e il segretario generale dei Medici Cisl, Vincenzo Romano.

“I sei tamponi positivi per altrettanti operatori di Villa Salus, devono far accendere i riflettori sul mondo della sanità privata. Tamponi effettuati a pagamento, con grande solerzia dal titolare, visti i tempi lunghi prospettati dall’Asp. E questo mentre ad Avola il personale ufficialmente in ferie per tampone ‘dubbio’ ha ricevuto una telefonata che dispone la quarantena – sostengono i sindacalisti, riferendosi a una vicenda che sta tenendo banco da tre giorni – Insomma, le linee guida del Ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità non erano una nostra immaginazione”.

“Purtroppo registriamo primi casi nel mondo della sanità privata – si legge nel comunicato congiunto – E soltanto grazie al senso di responsabilità del gruppo Tigano, titolare di Villa Salus, sono stati individuati i primi positivi. Il caso ‘0’ sarebbe stato un anziano trasferito in quel centro, per una ischemia, proprio dall’ospedale di Avola. Accertata la sua positività, è stato trasferito in un centro Covid. Villa Salus ha avviato il normale protocollo chiedendo all’Asp di poter effettuare i tamponi al personale. È stato risposto che ci sarebbero voluti sette giorni. La struttura si è rivolta al laboratorio privato di Avola, ma questi ha risposto che lavora solo per l’Asp. A questo punto la decisione di rivolgersi a Catania dove, a pagamento, sono stati effettuati i tamponi”.

“Non vorremmo, inoltre – aggiungono i tre sindacalisti – che a questi lavoratori venisse rigettata la pratica Inail perché gli esami sono stati effettuati da un laboratorio privato e non dall’Asp”.

Carasi, Passanisi e Romano tornano a sottolineare l’esigenza di alzare il livello di attenzione sul mondo delle strutture private, comprese le Rsa. “Diversi, tra il personale, sono liberi professionisti – aggiungono ancora – Bisogna verificare, quindi, qualsiasi possibile e rischiosa commistione tra strutture diverse, soprattutto quelle che ospitano anziani, fascia più debole”.

I sindacalisti non mollano la presa sulla recente vicenda dei tamponi tra il personale sanitario del “Di Maria” di Avola. “Uno dei medici messo in ferie perché con tampone ‘dubbio’ ha ricevuto una telefonata che dispone la sua quarantena – dichiarano Carasi, Passanisi e Romano – Questo, in buona sostanza, a conferma di quelle linee guida del Ministero che definiscono come casi clinici i tamponi positivi/negativi. A questo punto dobbiamo porci delle domande. Questo personale, in ferie, ha continuato a frequentare familiari, amici, supermercati? A questo si aggiunge una nota inviata alla direzione generale dal responsabile del Pronto soccorso del “Di Maria”. Proprio stamattina, il dottor Girlando, ha confermato che, in questo momento, lo stesso personale segue i casi cosiddetti grigi e i normali e ‘che l’utenza è cospicua e spesso soggetta a condizioni cliniche che necessitano di assistenza medico-infermieristica intensiva’. Sono ulteriori domande che lanciamo e che, ora più che mai, esigono risposte urgenti. Continuiamo a ricevere segnalazioni – concludono i tre segretari – Ci sono errori su errori che non possono essere più tollerati”.


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