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Siracusa, furti di caditoie e tombini: il Comune li salda. “Fenomeno indice di disperazione”

SIRACUSA – Quattro furti in pochi giorni nella stessa strada, via Servi di Maria, otto qualche tempo fa tutti insieme in una unica arteria, via Mazzanti, e tanti altri qua e là sempre più frequenti e vistosi. Di recente anche a Santa Teresa Longarini. Qualcuno si frega i tombini e le caditoie nelle strade. Per campare. Per rivendere il ferro vecchio, il cui prezzo ufficiale si aggira attorno alle 190 euro a tonnellata (0.19 al chilo). Oltre all’inquietante aspetto socio economico, dalla vicenda emerge quello amministrativo.

Il Comune non è in grado di sostenere i costi per sostituire continuamente tombini e caditoie fregate, che generano situazioni di pericolo e mandano in tilt la viabilità: e così ha deciso di saldarli. Comincerà da via Servi di Maria, dove sono avvenuti i furti più recenti. “Per saldare tutte le caditoie della città ci vorrebbe un appalto di non meno di 250mila euro. Dove li prendiamo?”, dice uno sconsolato dirigente del comune Natale Borgione. Verranno, dunque, saldate le grate ai telai per impedirne il furto. “L’unica cosa concreta che si può fare è saldare le parti amovibili con le parti fisse”, spiega Borgione. Nella speranza che questo scongiuri i furti: “Non voglio credere – aggiunge il dirigente del settore Lavori pubblici – che si portino appresso il gruppo elettrogeno per tagliare i punti di saldatura e portarseli via ugualmente. A quel punto davvero mostrerebbero di poter agire indisturbati”. Perché un’altra questione sollevata dal dirigente è l’assoluta mancanza di contrasto con cui avvengono questi episodi: “Speriamo – dice – che finisca questa omertà. Non è possibile che nella stessa strada avvengano gli stessi furti, in continuazione, e nessuno se ne accorga. È uno squallore”.

Ricorrere alla saldatura di tombini e caditoie, seppur per il momento solo in una via, è un fatto straordinario. Fino a oggi un’operazione di questo tipo in città è stata attuata solo per ragioni di emergenza e ordine pubblico: “L’ultima volta – ricorda Borgione – si attuò quando venne il Papa (Giovanni Paolo II, nel ’94 n.d.r.): per motivi di sicurezza la Prefettura ci chiese che venissero saldati tutti i tombini e tutte le grate della città. Fu un lavoro che ebbe una sua rilevanza”. Oggi le casse comunali languono e non si può certo saldare tutti i tombini e le caditoie della città. Ma neanche il Comune è in grado di sostituire ogni giorno la grata sottratta: per ovviare a questa emergenza sta attingendo ai fondi di manutenzione ordinaria, che per tutta la città ammontano a 35mila euro. E dovrebbero servire per tappare buche e sistemare marciapiedi. “Certo che un fatto del genere – la riflessione amara del dirigente – denota uno stato di crisi economica e di disperazione che non può lasciare indifferenti”.


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