Siracusa, il caso dei docenti #vittimeerrorealgoritmo, lettera al ministro Fedeli


SIRACUSA – Un gruppo di insegnanti, tra cui diversi siracusani, ha scritto una lettera al ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, per rappresentare una situazione che rimane bloccata da quando, a parità di fase di mobilità, sarebbero stati scavalcati nell’assegnazione della sede da colleghi privi di precedenze e con punteggi minori. Tutto ciò per l’algoritmo utilizzato dal sistema che ha gestito la mobilità 2016/2017. Riceviamo e pubblichiamo integralmente il testo qui di seguito.
“Siamo un gruppo di docenti e insegnanti attualmente in ruolo, dopo aver firmato la proposta creata con la L. 107/2015. Vi scriviamo perché si sono chiusi i negoziati con i sindacati per la mobilità del 2017, senza ancora aver prestato alcuna attenzione al nostro problema. Apparteniamo ad un gruppo su Facebook dal nome “Vittime errore algoritmo” – scrivono – , che conta centinaia di insegnanti, a cui il sistema elettronico della mobilità dell’anno scorso ha giocato un pessimo scherzo. Nonostante i nostri titoli e diritti, infatti, siamo stati scavalcati da colleghi con punteggio inferiore e senza alcuna precedenza (a volte, pure di una fase di mobilità successiva). Lo hanno chiamato “errore”, ma si trattava di noi, professionisti della scuola, sbalzati anche centinaia di chilometri più lontano rispetto a chi non aveva alcun diritto di occupare un posto viciniore. Abbiamo accettato di partecipare al piano di mobilità previsto dalla legge 107, consapevoli della opportunità, anche perché nella citata legge si parlava di assegnarci la prima provincia. Ci siamo sottoposti alla mobilità nazionale e, se con il nostro punteggio ci fosse spettata la sede assegnataci, ci saremmo rassegnati accettando le conseguenze delle nostre scelte.
Ma non possiamo rassegnarci al fatto che, a determinare la nostra vita lavorativa (e conseguentemente la nostra vita personale e familiare), sia stato un algoritmo errato che non ha tenuto conto del criterio meritocratico rappresentato dal punteggio. Secondo uno studio della UIL scuola, pubblicato su orizzontescuola.it in data 14/09/2016, gli errori ammessi dal MIUR sono stati circa 5000 su 30.000 domande fatte in mobilità tra primaria e secondaria di I grado. Niente di strano che il complessivo degli errori fatti l’anno scorso sfori il 30% dei movimenti di mobilità, dato che non furono presi in considerazione quelli commessi nella mobilità della secondaria di II grado, né gli errori all’interno della provincia (tra ambito ed ambito, ad esempio) e soprattutto non furono analizzati gli errori “a favore di” chi ci guadagnava, come i fortunati docenti con scarso punteggio, rimasti a casa loro. Non si tratta qui di una lamentela, ma di un diritto di precedenza acquisito da anni di esperienza sul campo, negato in primo luogo dal MIUR, poi ammesso dallo stesso Ministero, che ha avviato “proposte di conciliazione sui posti liberi e disponibili”. Sebbene siamo contenti della deroga “concessa” al vincolo triennale, la imminente mobilità ha acuito e reso più urgente la soluzione delle nostre problematiche.
Noi faremo domanda di mobilità, ma siamo consapevoli che il 30% dei posti disponibili a noi destinati sono pochi. E se non otterremo trasferimento per mancanza di posti, occupati già da un anno illegittimamente? Per la scuola primaria occorrerebbe ritornare al tempo pieno e al tempo prolungato per la scuola secondaria di primo grado. Solo cosi rientrerebbero parecchi docenti che, attualmente, hanno sede di titolarità al Nord. Per non parlare della continuità didattica, che è stata spezzata con le varie immissioni al Nord ma che, con le assegnazioni provvisorie concesse, si è potuta continuare anche nelle proprie province di appartenenza, in quanto i posti ci sono anche al Sud. Abbiamo in tanti fatto dei ricorsi presso il Giudice del Lavoro (probabilmente i numeri oscillano tra i 2000 e i 4000), per poter ottenere un diritto che ci spettava già da agosto 2016, investendo i nostri risparmi e le nostre energie. La stragrande maggioranza delle ordinanze e delle sentenze, emanata dai giudici del lavoro, vedono soccombente il MIUR, costretto a pagare avvocati e poi risarcire la controparte del danno.
Ricollocarci con precedenza rispetto alla mobilità farebbe anche risparmiare notevoli spese legali allo Stato e al Ministero, dato che le nostre richieste non vi devono sembrare irrealizzabili, perché si tratterebbe di circa 2000 movimenti al massimo, da prendere in considerazione. Ciò dovrebbe avvenire prima di una nuova mobilità, che porterebbe ad un’ulteriore ingiustizia nei nostri confronti. In uno Stato di diritto, i rappresentanti dello Stato non permettono che sia lo Stato stesso a creare situazioni di ingiustizia senza immediatamente correggerle. Per questo, essendo noi certi di vivere in uno Stato di diritto, vi ribadiamo quanto è accaduto, certi che, presa coscienza della gravità, non possiate non intervenire, prima della prossima mobilità. Vi chiediamo di ripristinare una situazione di giustizia, di prendervi carico degli errori commessi, di risolverli e di aumentare la percentuale dei posti assegnatici. Auspichiamo, quindi, che si possa riaprire un dialogo per farci ritornare a casa, dove è giusto che si stia, dopo oltre 20 anni di precariato e con punteggi alti e non per errore di un computer che ha calpestato i nostri diritti, causati da scelte sbagliate fatte nella scorsa gestione del Ministero”.