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Siracusa, International Institute for Criminal Justice and Human Rights, intervista a Musca sulla lotta al traffico illecito

Siracusa – La scorsa settimana a Siracusa nei locali del the Siracusa International Institute for Criminal Justice and Human Rights si è svolto un meeting sul traffico illecito a cui hanno partecipato rappresentati dei Paesi Balcanici. Noi abbiamo intervistato il vice direttore generale  dell’Istituto dott. Filippo Musca.

 Ancora una volta l’istituto è in prima linea nella lotta al traffico illecito e questa volta si sta occupando dell’Europa sudorientale. Quali sono le strategie che verranno usate in questi paesi per contrastare tale fenomeno?

Mi permetto di girarle la domanda: di cosa si parla esattamente quando ci si riferisce al fenomeno del traffico illecito? Traffico illecito di esseri umani? Traffico illecito di armi? Traffico illecito di tabacco o di medicinali contraffatti? O forse di tutte queste fenomenologie criminali allo stesso tempo? Molto spesso questi fenomeni criminali vengono contrastati singolarmente, perdendo di vista le interdipendenze che, naturalmente, permeano tali fenomeni: simili spesso le organizzazioni perpetratrici, simili le rotte adottate, e, se mi concede il termine, simili vittime. L’obiettivo del nostro ambizioso e innovativo progetto sarà’ esattamente questo: analizzare il fenomeno in tutte le sue diverse sfaccettature sia da un punto di vista dei perpetratori quanto alle forme di contrasto, con lo scopo di fornire nuovi strumenti per la lotta a tale fenomeno, a livello nazionale e transnazionale.

L’istituto che strumenti metterà a disposizione?

Gli stessi strumenti che ci hanno permesso di formare oltre 50.000 fra giudici, pubblici ministeri e ufficiali di polizia nel mondo di oltre 160 paesi. Oltre al nostro staff, a dodici esperti nazionali (uno per ciascun paese coinvolto nel progetto), due esperti regionali e tre esperti formatori, l’Istituto metterà in campo tutto il proprio network di esperti e di contatti istituzionali nella regione, a livello nazionale quanto internazionale.

Perché il progetto ha preso come riferimento proprio l’area balcanica?

Cercherò di non darle una risposta banale. Il nostro progetto rappresenta un unicum in questo senso. Solitamente progetti simili tendono a concentrarsi sulle singole tipologie criminologiche collegate al fenomeno del traffico illecito e, soprattutto, tendono a prendere in considerazione esclusivamente i paesi dei cosiddetti Western Balkans (gli Stati dell’ex Jugoslavia, per intenderci). Il progetto del Siracusa International Institute, al contrario,  ha deciso, proprio in considerazione dell’approccio olistico poc’anzi introdotto, di includere anche  paesi quali l’Albania, la Grecia, la Turchia, la Romania e la Bulgaria. Il fine è quello di produrre un’analisi, e dei risultati, quanto più omnicomprensivi  possibili, prendendo in  considerazione sia dei paesi già  membri dell’Unione Europea quanto paesi ancora in una fase di pre-accesso. Quando si parla di traffici illeciti, la regione Balcanica, rappresenta da sempre latu senso – e sicuramente molto di più dalla fine dei conflitti iniziati nel 1991 –  uno dei centri nodali a livello internazionale. Potremmo in effetti, definirla esattamente quale porta d’Europa per i traffici illeciti (con tutto ciò che esso comporta) provenienti dal medio oriente e dall’Asia.

Il progetto ha in qualche modo un’incidenza diretta anche sul territorio siciliano? Certo. Data la natura intrinsecamente transnazionale del traffico illecito, non importa quanto efficienti siano i singoli strumenti di contrasto sul piano nazionale. Ciò che diventa sempre più necessario sono risposte efficaci sul piano regionale e internazionale. Ciò ‘che accade dall’altra parte del mediterraneo, ha senza dubbio delle ricadute da “questa parte” del mediterraneo. Proprio per questo, vorrei porre l’accento su come e quanto, ancora una volta, il lavoro del Siracusa International Institute contribuirà a promuovere a livello internazionale il nome della nostra città, che generosamente ci ospita da 45 anni, grazie ad un progetto unico nel suo genere.

 

 


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