Riportiamo per intero l’intervento al seminario dell’Isisc sulla confisca del Sindaco di Siracusa, Garozzo:
Ministro Orlando, presidente Bassiouni, autorità, autorevoli relatori, gentili ospiti, grazie della vostra presenza a Siracusa e grazie al signor ministro per avere scelto questo importante istituto e sede di dibattito per affrontare, nel semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea, un tema di grande attualità. Ancora una volta la nostra città, attraverso l’Istituto superiore internazionale di scienza criminali, di cui il Comune fu fondatore ed è oggi convinto sostenitore, diventa sede di confronto e di proposta in campo giuridico. Ciò ci inorgoglisce e ci spinge ad impegnarci sempre di più e meglio per fare di Siracusa un punto di riferimento culturale nel bacino del Mediterraneo, un simbolo di civiltà come fu nel suo glorioso passato.
L’Italia ha grande competenza ed esperienza in tema di confisca: basti pensare ai colpi inferti negli ultimi anni ai patrimoni delle mafie. Un’esperienza dettata purtroppo dalla necessità, dal triste primato storico di dovere fare i conti per primi con la criminalità organizzata. Due grandi magistrati siciliani, Rocco Chinnici e Giovanni Falcone, compresero per primi che per aggredire Cosa nostra bisognava puntare alle sue ricchezze, alla montagna di denaro, frutto di affari illeciti, che doveva essere reinvestita in attività legali. Una rete di flussi finanziari che, col passare degli anni e man mano che la mafia affina i suoi strumenti, non si limitano più alla Sicilia e all’Italia ma si spingono in Europa e in altri continenti.
A questa sfida sempre più estesa e complessa gli stati nazionali devono rispondere con norme di livello sovranazionale, perché i movimenti di denaro non si fermano davanti ai confini e i mafiosi ormai da molti anni si sono adeguati alle dinamiche dei nostri tempi.
L’Europa comincia a muovere i primi passi nell’armonizzare le legislazioni degli stati membri, ma adesso bisogna andare oltre, riempiendo di contenuti le disposizioni generali e riconoscendo reciprocamente i risultati raggiunti dai singoli Paesi per perseguire un obiettivo comune. Gli affari transnazionali della crimine sono un freno allo sviluppo perché lo privano di risorse, avvelenano l’economia sana, alimento altro malaffare. L’obiettivo di un’effettiva e concreta cooperazione giudiziaria sotto l’egida dell’Unione Europea merita di essere raggiunto in fretta perché può diventare un altro aiuto all’uscita dalla drammatica crisi di questi anni.
Da cittadino di questo paese, auspico che nel semestre di presidenza italiana si compia un decisivo passo in avanti. Ci sono le condizioni. Il ministro Orlando è membro di un governo che ha avviato il programma riformatore più consistente degli ultimi decenni e saprà trasferire questo slancio anche nelle istituzioni continentali.
Da sindaco mi auguro che da questo splendido luogo e lo spirito dei grandi giuristi che hanno contribuito a fare dell’Isisc un’eccellenza mondiale nel campo del diritto penale internazionale, vi siano di ispirazione affinché possiate scrivere, qui a Siracusa, una bella pagina per le istituzione europee.