Siracusa, marito violento, donna ferita decide di presentarsi in Questura. Attuato il protocollo “Eva”


SIRACUSA – Alle ore 21,45 di ieri, proprio al termine della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, si è presentata in Questura una donna, in forte stato di agitazione, accompagnata dal proprio padre. Secondo quanto reso noto dalla Polizia, ha raccontato di essere stata “aggredita e malmenata dal marito“, dal quale già si era allontanata per andare a vivere a casa dei propri genitori con il figlio piccolo. L’uomo si sarebbe recato a casa dei genitori della vittima e, per motivi di gelosia, avrebbe aggredito sia lei che i suoi genitori. La donna ha riportato ferite che hanno richiesto le cure del pronto soccorso.
Come in altre circostanze dello stesso tenore, agenti delle volanti della Questura, specializzati a trattare eventi del genere, hanno fornito alla donna tutti i supporti giuridici e pratici necessari.
Si è attivato il cosiddetto progetto “Eva” (acronimo di “Esame violenze agite”), un protocollo per la gestione degli interventi legati alla violenza di genere in caso di primo intervento degli addetti al controllo del territorio, attraverso la elaborazione di una “processing card”, composta di schede che i poliziotti devono compilare ed inserire negli archivi informatici di polizia quando intervengono a seguito di segnalazione di violenza di genere.
Inoltre, gli agenti delle volanti sono intervenuti anche nei pressi dell’ospedale dove la donna si stava facendo curare e hanno bloccato il marito, che tentava “atteggiamenti minacciosi nei confronti della consorte”, perquisendolo per scongiurare che lo stesso portasse armi o oggetti atti ad offendere.
La donna si è riservata di sporgere denuncia nei modi e nei tempi previsti dalla legge ed è stata infine accompagnata a casa, scortata dagli agenti delle volanti.
La Questura di Siracusa, attraverso il comunicato ufficiale, coglie l’occasione per invitare “tutte le vittime di violenza domestica e familiare” a “rivolgersi senza indugio alla Polizia di Stato” e a “denunciare ogni episodio costituente reato”.
(Foto generica)