Andati in fumo i Fondi europei per Canicattini Bagni, Noto, Carlentini, Ferla e Palazzolo Acreide: 6 milioni in tutto.
Per il comune di Siracusa ad esempio sono stati due i progetti di edilizia scolastica bocciati. Ma non è la sola amministrazione ad aver perso l’accesso ai fondi Cipe. Due, infatti, le bocciature dall’assessorato regionale dell’Istruzione e della Formazione Professionale per Canicattini Bagni, due per Noto, una ognuno per Carlentini, Ferla e Palazzolo Acreide. In tutto 5 Comuni che hanno perso 6 milioni di euro per la manutenzione degli istituti scolastici
A Canicattini il progetto di adeguamento strutturale e ristrutturazione degli impianti del plesso Mazzini avrebbe dovuto ottenere un finanziamento da 800 mila euro ma mancava il piano di sicurezza e la destinazione d’uso era diversa nello stesso edificio (scuola di musica comunale e centro diurno per disabili e per servizi socio culturali di quartiere). Poi c’era la richiesta di 444 mila euro per la vulnerabilità strutturale e la ristrutturazione della palestra comunale polifunzionale a servizio della scuola media statale Verga, ma senza pareri, elenco prezzi e lo schema di contratto errato la Regione ha respinto la richiesta.
Carlentini ha perso invece un contributo da 1,4 milioni di euro per il plesso Pirandello poiché carente di fondamentale documentazione tecnica.
Puntava a 700 mila euro invece la scuola elementare di Ferla per lavori di adeguamento, anche questo progetto bocciato per palesi errori tecnici e mancanze denotate dall’assessorato regionale.
Noto avrebbe voluto mettere in sicurezza ed eseguire lavori di manutenzione straordinaria i plessi scolastici Don Bosco (chiesti 504 mila euro) e Maiore (433 mila) ma i progetti esecutivi mancavano del piano di manutenzione, di sicurezza, del cronoprogramma e l’elenco prezzi non corrispondeva al computo metrico.
Infine, Palazzolo Acreide puntava all’adeguamento sismico e normativo della scuola materna “Fontana Grande” di via Milano presentando il progetto esecutivo quasi per l’intero importo (500 mila euro), ma anche in questo caso mancava l’analisi dei prezzi e l’impegno formale di cofinanziamento.