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Siracusa, porto Grande, stagione “boom”: attese 150 navi. Nonostante la banchina “incompiuta”

SIRACUSA – È l’unico neo di un’infrastruttura che ha quasi raggiunto il massimo della sua efficienza. La banchina 2 del porto Grande di Siracusa non è stata ancora aperta. Il motivo sarebbe da ricercare nella mancanza delle operazioni di pulizia del fondale.

“Non è ancora stato eseguito il dragaggio – riferisce l’agente marittimo Alfredo Boccadifuoco – necessario per rimuovere dal fondale dei detriti che devono essere trattati in un certo modo, visto che il porto rientra nel Sin (Sito di interesse nazionale). È un peccato non poterla mettere a disposizione delle grandi navi da crociera, specie se consideriamo che è lunga 360 metri e presenta un pescaggio di 11 metri. Purtroppo si tratta di una delle tante incompiute della nostra città”.

Non è ancora stata collaudata né, ovviamente, consegnata alla Capitaneria di porto per la gestione. “Le difficoltà – insiste Boccadifuoco – sono legate alla presenza di residui che devono essere asportati secondo determinati parametri di legge. Ecco perché non è ancora a disposizione per l’attracco dei natanti”. A detta dell’agente marittimo, potrebbero arrivare navi da crociera di dimensioni superiori a quelle canoniche e traghetti per rotte con le isole (Malta), con questi ultimi che incrementerebbero il traffico marittimo anche durante il periodo invernale, visto che ci sarebbero altri posti a disposizione delle navi.

“Il porto di Siracusa è tra quelli che lavorano quasi esclusivamente durante il periodo di alta stagione – ricorda Boccadifuoco – perché serve il traffico crocieristico, ma è anche utile per l’arrivo di mega yatch. Qui le navi cominciano ad attraccare ai primi di aprile e finiscono a novembre inoltrato. La nota positiva è che quest’anno prevediamo un ulteriore incremento rispetto agli anni precedenti, con la presenza di circa 150 navi, comprese quelle della Msc. L’apertura della banchina 2 non potrebbe che migliorare ulteriormente questa condizione”.

Sarebbero numerose infatti le navi che intendono servirsi del porto aretuseo ma che, di fronte alla prospettiva di doversi fermare in rada, optano per altre soluzioni, visti gli alti costi (e gli inevitabili disagi per i crocieristi) che comporterebbe la sosta a largo dell’isola di Ortigia.


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