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Siracusa, protestano i residenti di Ortigia

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SIRACUSA -I residenti di Ortigia protestano sulle modifiche di viabilità nel centro storico. “La situazione in Ortigia non è assolutamente  migliorata  – dichiara Davide Biondini di Vivere Ortigia – alla ripresa dell’attività estiva come era prevedibile pensare dopo che nella fase autunnale e invernale, in cui potevano essere effettuate le modifiche richieste dai residenti per migliorare la vivibilità in Ortigia, non è stato fatto niente di tutto quanto proposto e promesso. Il regolamento che disciplina l’ingresso e lo stazionamento nell’isola di Ortigia  è rimasto inalterato, nel frattempo molti residenti hanno trovato soluzioni “alternative”  al proprio problema parcheggi.  Quindi a poco meno di un anno dalla presentazione di un progetto articolato di modifica della viabilità, che consisteva nell’adeguamento del traffico  alle esigenze effettive di tutti i portatori di interesse,  anche attraverso l’introduzione di un vero servizio navetta, con ciclicità di 10 minuti, possiamo tirare un primo bilancio della situazione e verificare che questa  è peggiorata. Il numero dei posti disabili è cresciuto esponenzialmente,  si sono  date ulteriori concessioni ad altre attività commerciali, a costruire pedane che tolgono posti auto, non  pensando a piani di razionalizzazione conpensativa a favore dei residenti, non sono stati razionalizzati il numero dei pass  rilasciati a non residenti,  autorizzati solo perché hanno un’attività o lavorano presso un esercizio commerciale in Ortigia,   senza neanche disciplinare quanti effettivamente sono costretti ad entrare in Ortigia, e a lasciare la macchina nelle vicinanze del luogo di lavoro, e senza effettivamente verificare quali sono gli orari di lavoro per cui tale pass è   necessario. In sintesi vi è in atto una maggiore confusione rispetto all’anno precedente. Avevamo fatto notare che la zona di Via Roma e di piazza San Giuseppe oltre a quella  di via Santa Teresa Riva erano zone male organizzate – aggiunge Davide Biondini -, non regolamentate, lasciate al far west più selvaggio, con una incidenza di posti assegnati ai residenti pari al 7% dei posti disponibili. Ebbene nulla è stato fatto per regolamentare questa zona se non rilasciare permessi per stalli disabili e attività commerciali senza nessun piano articolato che preveda la corretta verifica e soluzione degli interessi di tutti quelli che vivono in quella zona. Questa perdurante  mancanza di programmazione e di inattività comporta come naturale conseguenza il mancato utilizzo dei parcheggi del Talete e del molo Sant’Antonio e quindi la totale frustrazione delle aspettative di incasso derivanti da queste strutture se fosse disciplinato diversamente ed in modo più coerente l’afflusso del traffico autoveicolare  in Ortigia.  A ciò si aggiunge un servizio di linea urbana leggera inefficiente   in quanto ogni passaggio   avviene ogni 30 minuti circa e fa venir meno l’interesse ad utilizzare il servizio in modo continuo e pensarlo come soluzione integrata al parcheggio nei posti a pagamento. Rispetto a questa complessità di soluzione, l’impegno del Consiglio di Quartiere a favore dei residenti di via Roma e piazza San Giuseppe   ha prodotto l’inserimento di 2 stalli   per il carico e lo scarico giornaliero della merce, posti in via Roma, che i residenti non hanno chiesto e che per orari impediscono la sosta notturna alla propria autovettura dato che dalle 7 del mattino  scatta il divieto di parcheggio se non per consentire il carico e lo scarico della merce, quindi  altri due posti auto sono tolti alle effettive esigenze dei residenti. Abbiamo proposto inoltre  l’ istituzione di una zona di divieto di sosta ai non residenti, in via Roma e in piazza San Giuseppe, che sarebbe l’unica soluzione oggi praticabile per ridurre l’impatto delle non scelte fatte dall’amministrazione sui residenti, e per cercare di tamponare in maniera più dignitosa le effettive esigenze di quanti   non sono solo   commercianti. Nessuna risposta.  Ormai è guerra continua ra i residenti per conquistare un posto auto.  Che peccato!”.


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