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Siracusa, sentenza Igm, Comune condannato da Cga a pagare 7,8 milioni. Le perplessità dell’opposizione

SIRACUSA – Il Comune di Siracusa è stato condannato dal Cga (sentenza n. 00555/2023) a pagare 7 milioni 791mila 896 euro a Igm, più eventuali interessi in caso di ritardo che si aggirerebbero attorno a mille euro al giorno. Sulla caso di giustizia amministrativa interviene ancora una volta il consigliere comunale Ferdinando Messina (Forza Italia), sfidante del sindaco Francesco Italia nella recente tornata elettorale, in occasione di un intervento social di Michele Mangiafico, che con il suo movimento “Civico 4” sta facendo opposizione seppur rimasto al di fuori di Palazzo Vermexio (nella foto di repertorio).

Una condotta irresponsabile che oggi costringe l’Amministrazione comunale a una variazione del bilancio nelle more della quale matureranno ulteriori interessi da pagare e, quindi, ulteriori responsabilità”, afferma Mangiafico parlando del bilancio di previsione del 2023 e accusando Giunta comunale e commissario straordinario di “cattiva condotta nel non avere previsto questa passività potenziale allo specifico capitolo 4249 del bilancio di previsione denominato “passività potenziali da non impegnare” e pari a soli 1.927.961,36“.

In merito a tale stanziamento, “Civico 4” rende noto che “chiederà ai giudici contabili a quali criteri prognostici abbia ritenuto di attenersi l’Amministrazione comunale e, in particolare, se in difformità rispetto all’orientamento più volte espresso dalla Corte di conti per la classificazione delle passività potenziali e sul grado di realizzazione dell’evento futuro“.

Nel merito – aggiunge l’ex consigliere comunale – si tratta dell’ottemperanza della sentenza numero 158 del 12 marzo 2020 del Consiglio di giustizia amministrativa, relativa all’aggiornamento del canone per la gestione dei rifiuti solidi urbani, dunque ascrivibile ai debiti “certi” che la Corte dei conti individua, “certi” ancor più in considerazione dell’invito al contraddittorio della sentenza numero 870 del 18 ottobre 2021, a seguito del quale, solo molto tempo dopo il Comune di Siracusa offre una cifra di 2.584.999,44, molto lontana da quella oggetto della sentenza. Peraltro, la relazione di quantificazione dell’importo da parte del Commissario ad acta viene depositata il 23 gennaio 2023, a valle delle controdeduzioni di entrambe le parti. Dunque, sono intercorsi nove mesi in cui cautelativamente poteva essere varata una variazione al bilancio comunale. Il Commissario straordinario delibera il Bilancio di previsione con determinazione numero 6 dell’8 febbraio 2023, dunque due settimane dopo. La Giunta e gli uffici presentano 24 emendamenti al Bilancio ma nessuno pensa al debito Igm. Molti emendamenti hanno piuttosto il sapore della campagna elettorale alle porte“.

Potrebbe l’offerta dell’Amministrazione comunale essere ritenuta “incongrua– chiede Mangiafico – ed esistere dunque una responsabilità legata all’incapacità di addivenire ad una transazione che avrebbe determinato un minore onere per le tasche della cittadinanza? C’è stata una disponibilità ad una transazione da parte della precedente ditta appaltatrice?”.

All’Amministrazione comunale – incalza il consigliere Messina stava la responsabilità di trovare una transazione che in questi anni non è stata raggiunta. Che oggi l’Amministrazione rappresenti come un traguardo i 7.791.000,00 euro da pagare rispetto agli oltre 10 richiesti dalla controparte è una notizia incompleta, perché se si legge la Delibera di Giunta municipale 220 del 30/12/2019 relativa alla transazione con Igm Rifiuti Industriali s.r.l. per altri contenziosi e per la cifra complessiva riconosciuta di 2.394.000,00 euro, questa cifra sommata a quella frutto della condanna raggiunge la cifra di 10.185.000,00 euro oltre gli interessi per la sentenza del 04/09 che stanno decorrendo e maturando. Sicuramente, sedendosi attorno ad un tavolo, si sarebbe raggiunta una transazione complessiva inferiore a questa cifra che oggi la città sta pagando, risparmiando milioni di euro, che oggi potevano essere utilizzati per servizi sociali per le persone più fragili”.


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