Siracusa, simposio della delegazione aretusea dell’Accademia italiana della cucina
SIRACUSA – Un simposio della cultura e degli auguri di Pasqua lo ha tenuto la Delegazione di Siracusa dell’Accademia italiana della cucina. In un noto albergo aretuseo, la Delegazione di Siracusa dell’Accademia italiana della cucina ha tenuto il Simposio con un aperitivo di benvenuto in tema Sicilia con la Torta Pasqualina salata, formaggi e salumi storici siciliani, mandorle di Avola ed un brindisi con Prosecco e Pestati mojito che ha dato l’avvio all’incontro.
Il delegato Angelo Tamburini ha informato i presenti su precedenti eventi: la partecipazione il 16 marzo, presso la sala convegni del Comune di Augusta alla presentazione del volume sulla vita dell’illustre concittadino “Epicarmo Corbino”, docente universitario e tre volte ministro, alla presenza del figlio Sergio Corbino, presidente del Centro studi “Franco Marenghi” dell’Accademia italiana della cucina; la collaborazione all’organizzazione, unitamente all’accademico Giuseppe Vasquez, di una cena tradizionale preparata e servita dagli allievi dell’Istituto alberghiero “Ettore Maiorana” nell’ambito del progetto di alternanza scuola-lavoro, concordata con il dirigente scolastico Fabio Navanteri ed i docenti, durante la quale il delegato ha tenuto anche una conversazione su “La Pasqua siciliana tradizionale in tavola” ed infine la partecipazione, con il Segretario della Delegazione di Siracusa Aic Salvatore Giardina, al Convegno sul Limone di Siracusa che unitamente alle altre eccellenze del territorio viene puntualmente sostenuto e promosso dalla Delegazione Aic, organizzato dal presidente del Consorzio Michele Lonzi e che ha visto la partecipazione anche di molti addetti al comparto ed alla ristorazione del territorio siciliano.
A questo punto il delegato Angelo Tamburini ha introdotto la simposiarca Renata Emmolo, che ha relazionato in maniera coinvolgente su: “La ceramica in cucina ed in tavola nella tradizione siciliana”. “Vorrei parlarvi di come nasce un manufatto di terracotta, la sua è una storia di terra, acqua e fuoco che, nel loro intrecciarsi e fondersi, danno vita alle forme di luce e di colore della ceramica, che meglio di qualsiasi altro manufatto accompagna il cammino dell’uomo nella storia, anzi, potremmo dire che possiamo tracciare la storia dell’uomo attraverso la ceramica”, questo il suo incipit che si è snodato dalla preistoria siciliana fin ai giorni nostri.
Quindi, nell’esposizione, Emmolo ha trattato l’antica cucina: “Facendo ancora qualche passo usciamo dalla cucina e passiamo davanti al terrazzino, quello quasi sempre in ombra e ben ventilato, guardiamo ci sono le formelle, quelle per la cotognata o le creme (…) e, per ultimo, apriamo la credenza e ci sono, le pignate di Patti, anzi di Marina di Patti”. “Pentole basse, a tegame col coperchio e col manico, o più alte con due manici laterali, perché, vedete terracotta offre un metodo di cottura sano e naturale, ideale per quei cibi che richiedono una cottura lenta come i cereali, e che il riscaldamento iniziale sia graduale; é una cottura dove non ci sono sbalzi di temperatura. Addirittura la National Diabetics Association – ha riferito Emmolo – si è interessata della cucina con questo tipo di pentole, in quanto non richiede l’aggiunta di grassi e di troppi liquidi”.
Renata Emmolo ha concluso il suo intervento affermando che “cucinare con la ceramica è mangiare come una volta, questa è la filosofia, dove la cura umana richiede tempi più umani ed anche qualche attenzione in più”.
A seguire è stato servito in tavola, in maniera puntuale e sollecita, il pranzo, una sequenza di pietanze magistralmente preparate e proposte: tortino di patata novella di Siracusa su fonduta di tuma persa e polvere di cavolo viola; maccheroncino bio di Tumminìa al ragù norcino con finocchietto selvatico e mollica tostata; filetto di maialino nero dei Nebrodi bardato e glassato al Perricone; carciofo stufato con cipolletta nuova alla mentuccia; tagliatina di frutta di stagione; trilogia pasquale di cioccolato chantilly, nocciola e ricotta iblea, in abbinamento con i vini “Chiaramonte” Nero d’Avola Igt Sicilia 2016 (Cantine Firriato di Trapani) e il dolce “Malvasia delle Lipari” Passito doc Sicilia 2015 (Azienda biologica Caravaglio di Messina). Fra le pietanze sono state particolarmente apprezzate il tortino di patata novella di Siracusa servito in una formina di terracotta realizzata dalla Simposiarca, il filetto di maialino dei Nebrodi e la trilogia pasquale di cioccolato.
Infine il delegato Angelo Tamburini ha consegnato al maestro di cucina Vincenzo Lunetta, alla proprietaria-maestra di sala Isabella Armenia ed al loro staff il gagliardetto accademico, fra gli applausi dei numerosi accademici intervenuti.