Dall’operazione “Mondo di Mezzo” della Prcura di Roma, che in questi giorni sta sconvolgendo le stanza del potere romano ma anche i salotti vip della capitale e non solo, emergono dati sconcertanti riguardanti varie collaborazioni fra Roma e la Sicilia nell’ambito dei rapporti d’affari fra le famiglie mafiose. Questi rapporti sembra che si era ulteriormente rinsaldati soprattutto nell’ambito della gestione dei grossi appalti della capitale, seguendo un intreccio di rapporti che collegano Roma a due grosse città siciliane, Catannia e Siracusa. Se la Procura di Roma, infatti, ha messo in primo piano la figura di Massimo Carminati, col procedere delle indagini si sono scoperti i tanti rapporti fra quest’ultimo e il clan dei Santapaola.
Sembra, infatti, che il Carminati avrebbe svolto un ruolo nella capitale reclutando grossi imprenditori e uomini potenti della finanza, mantenendo rapporti col mondo politico e con altre realtà criminali al fine di ottenere la gestione di attività economiche ed appalti pubblici. E’ quanto esce fuori dalle dichiarazione del collaboratore di giustizia, Sebastiano Cassia, il quale ha parlato del rapporto fra Carminati ed il clan catanese, facendo il nome di un altro siracusano, il suo diretto superiore nel clan, Benedetto Spataro.
Quest’ultimo sarebbe considerato, nei fardelli giudiziari dell’ordinanza “Mondo di Mezzo”, un importantissimo elemento del gruppo Santa Panagia, clan mafioso aretuseo collegato ai Santapaola tramite la famiglia Nardo di Lentini, e avrebbe in Carminati il punto di riferimento per gli affari della famiglia nella città romana. Mentre le indagini proseguono, Spataro dalla casa circondariale di Sulmona, sta finendo di scontare la propria pena che terminerà nel 2022. – redazione