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Siracusa, influenza in arrivo da metà febbraio

Il nuovo ceppo allarma.
C’è un nuovo ceppo virale- spiegano i medici- al momento operante negli Usa e nel Nord Europa, che preoccupa gli operatori della Sanità, perché più virulento e che potrebbe arrivare anche in Italia.
Il picco dell’influenza stagionale previsto per febbraio aumenta con impennata di casi dell’influenza stagionale.
L’influenza costituisce un importante problema di Sanità Pubblica a causa del numero di casi che si verificano in ogni stagione e che può essere più o meno elevato a seconda della trasmissibilità del virus influenzale circolante. Le variazioni e mutazioni che tendono a presentare ogni anno i virus dell’influenza determinano quella ormai nota “epidemia influenzale nel mondo” che può interessare anche coloro che hanno già subito un’infezione o che sono stati vaccinati l’anno precedente.
Dunque “prevenzione” è l’obiettivo primario della vaccinazione antinfluenzale proposta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Anche se, e questo bisogna aggiungerlo, le morti sospette avvenute in seguito alla somministrazione del vaccino antinfluenzale, sia nel siracusano che in tutto il territorio nazionale, hanno rallentato questa metodica di profilassi con un calo rispetto allo scorso anno pari al 15/20% nella provincia di Siracusa.
Sebbene le stime sull’effetto del “caso Fluad”, cioè del ritiro del vaccino antinfluenzale di Novartis da parte di Aifa, peggiorano, tuttavia in Sicilia per la metà di febbraio è atteso il picco dell’influenza.
A livello nazionale si stima che vi sono 3 milioni in meno di italiani vaccinati e la diffusione dell’influenza aumenta drasticamente.
Dato allarmante emerso dalle indagini della Società italiana di igiene. Difatti secondo Influnet nella terza settimana di quest’anno si sono ammalate 519mila persone, 160mila in più rispetto alla precedente.
Sarebbe dunque opportuno e consigliabile sottoporsi alla vaccinazione per scongiurare le complicanze dell’influenza. Questo è quanto è stato suggerito dall’ Aifa e dal Ministero della Salute, i quali hanno invitato le Regioni a proseguire la campagna vaccinale anche dopo il primo gennaio, quando di solito questa attività termina.
Va anche però ricordato al consumatore che il vaccino richiede un paio di settimane affinchè il suo effetto terapeutico si esplichi e dunque chi lo prende in questi giorni rischia comunque di ammalarsi perché l’influenza è già diffusa ad ampio raggio.


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