Rete ospedaliera, sì della Conferenza permanente. Obiezioni siracusane appese alla Commissione Ars


SIRACUSA – La Conferenza permanente per la programmazione sanitaria e sociosanitaria ha espresso, stamani, parere favorevole a maggioranza sulla proposta di nuova rete ospedaliera regionale.
A presiedere la seduta, nella sede dell’assessorato della Salute a Palermo, è stata l’assessore Daniela Faraoni, che ha rivendicato la volontà del governo Schifani di portare avanti, anche in riscontro alle istanze di Anci Sicilia, un modello sanitario integrato tra ospedali e territorio: “Strutture come le case di comunità possono infatti facilitare, nel perimetro delle funzioni per le quali sono state pensate, l’accesso alle cure e, allo stesso tempo, ottimizzare le attività dei pronto soccorso evitando il ricorso a questi presidi quando è possibile soddisfare i bisogni a livello territoriale“.
La Conferenza permanente è un organismo tecnico-consultivo della Regione che coinvolge rappresentanti dell’assessorato, del sistema sanitario, delle università e degli enti locali. Il suo parere non è vincolante, ma rappresenta un passaggio fondamentale nell’iter di approvazione del piano di rimodulazione.
Il via libera della Conferenza arriva tuttavia pochi giorni dopo un parere opposto, espresso all’unanimità dai sindaci della provincia di Siracusa, riuniti il 21 luglio in conferenza nel capoluogo aretuseo, dopo che l’intera deputazione regionale e nazionale del territorio aveva espresso perplessità. I primi cittadini hanno bocciato la proposta regionale ritenendola “non coerente con i bisogni reali dei territori e priva del necessario confronto con le autonomie locali“. Tra le criticità segnalate, il paventato rischio di ridimensionamento di alcuni presidi territoriali (Avola-Noto e Lentini in particolare) a favore dell’ospedale di Siracusa, con posti letto ‘virtuali’ tra l’esistente “Umberto I” e il nuovo ospedale ancora da realizzare e riconoscere quale Dea di secondo livello, infine l’assenza di un’integrazione funzionale tra ospedali e servizi sanitari territoriali.
Osservazioni critiche in parte fatte proprie da Anci Sicilia, che aveva richiesto la convocazione della Conferenza permanente per sottolinearle in sede ufficiale. L’associazione dei Comuni, in un comunicato stampa diramato questa mattina, ha evidenziato come la proposta dell’assessorato, per quanto dettagliata sul piano tecnico, risulti carente sul fronte della programmazione integrata, come invece previsto dal decreto ministeriale 77/2022, e che i sindaci non siano stati realmente coinvolti nella fase consultiva, giacché “i momenti di confronto convocati su base provinciale, infatti, si sono limitati a una condivisione formale e non hanno offerto tempi e strumenti adeguati a consentire un contributo effettivo delle autonomie locali“. In particolare, Anci Sicilia ha chiesto che la riorganizzazione non trascuri strumenti fondamentali come le Case e gli Ospedali di comunità, le Centrali operative territoriali e i servizi domiciliari.
Per quanto concerne l’iter per la rimodulazione della rete ospedaliera regionale, una volta trasmessa la versione definitiva del piano alla sesta commissione Salute, servizi sociali e sanitari dell’Ars, che è l’organo legislativo composto da deputati regionali, quest’ultima avrà 45 giorni di tempo per esprimere il proprio parere. Nell’arco di tempo previsto, la commissione parlamentare potrà ascoltare in audizione rappresentanti istituzionali, professionisti, sindacati e associazioni, al fine di valutare l’impatto del piano sulle realtà locali e sulle esigenze della popolazione. Solo successivamente il provvedimento potrà proseguire nel suo iter verso l’approvazione finale.