Sembra che ora sia ufficiale: si fa da parte Lucia Borsellino, Assessore regionale alla Sanità. Oggi ha convocato tutto il personale dipendente dell’assessorato per comunicare le sue dimissioni. La riunione si è svolta negli uffici di piazza Ottavio Zino. Già in mattinata fonti interne all’assessorato avevano dato per certe le dimissioni.
Chiamata in causa mediaticamente per una responsabilità oggettiva nel un ruolo ma che certamente non la colloca all’interno della vicenda dell’arresto di Matteo Tutino, Lucia Borsellino ha tradito una stanchezza accompagnata dalla disillusione, scansando con dignità la sorpresa e la meraviglia, ma soprattutto affrontando di petto il disagio.
Forse è un segno che è fallita la rivoluzione delle cose semplici e delle normalità prima ancora di tutte le altre. Il confronto difficile con il mondo della sanità di ieri aggredito con regole incerte e con possibilità d’incidere limitata, ma anche un universo latente e parallelo, articolato, che toglie agibilità. Pesanti le vicende Tutino, ma prima ancora la morte della piccola Nicole a Catania e tutte le diatribe seguite alle nomine dei Direttori Generali della Sanità.
“La vicenda Tutino – ha detto Lucia Borsellino, in un’intervista al quotidiano ‘La Repubblica’ – è un altro tassello di un mosaico che, al mio interno, si sta per completare. Quello che posso dire, oggi, è che le ragioni che mi portarono tre anni ad accettare la proposta di Crocetta non le vedo più. Poi, sui tempi, vedremo: non dipende solo da me. Ma l’arco temporale non può essere lungo. Sono rimasta ostaggio delle responsabilità. Sono rimasta stupita dal fatto che il dottor Tutino, indagato da mesi, sia rimasto al suo posto finora. Come mai il procedimento disciplinare a carico del chirurgo non si è mai concluso?”.
Scorrono adesso i titoli di coda sulla rivoluzione “Crocettiana”, i Siciliani esausti si aspettano solo un efficiente “normalità”.
