Cronaca

Augusta, “omessi versamenti delle imposte”, maxi sequestro di beni per 3 milioni di euro

AUGUSTA – La Guardia di finanza di Siracusa, su delega della Procura della Repubblica, ha eseguito un provvedimento di sequestro preventivo sui beni e sui conti dei due amministratori pro-tempore e di una società consortile dell’hinterland augustano, operante nel settore dei montaggi industriali di strutture metalliche.

L’azione restrittiva patrimoniale tare origine da precedenti verifiche fiscali condotte dai militari della Compagnia di Augusta che avrebbero consentito la contestazione da parte dei finanzieri di “omessi versamenti delle imposte, sia dirette che indirette, tali da comportare la violazione degli articoli 10 bis e 10 ter del d.lgs. 74/2000″. Anche il successivo atto di contestazione formulato dall’Agenzia delle entrate avrebbe confermato il quadro complessivamente già delineato dalle fiamme gialle.

A seguito di tale ulteriore atto sono scaturite, dunque, le indagini coordinate dal procuratore capo della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa, Francesco Paolo Giordano, ed affidate dal sostituto procuratore Vincenzo Nitti, in co-delega, ai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Siracusa e della Compagnia di Augusta, che hanno consentito di completare l’ipotizzato quadro debitorio di una società “costituita nel 2012 con scopi consortili e senza fine di lucro”.

Tuttavia, sarebbe stato accertato che l’amministratore del Consorzio “Set Impianti Group”, noto alle fiamme gialle per analoghe circostanze rilevate in passato per la parallela “Set Impianti Srl”, nell’anno 2013 non avrebbe versato ritenute fiscali operate ai propri lavoratori per 700 mila euro ed omesso di versare Iva per quasi 400 mila euro. Mentre nell’anno 2014, in cui l’amministratore del Consorzio, nel frattempo rimpiazzato da un altro soggetto, avrebbe omesso di versare Iva per 1,9 milioni di euro.

Le mirate indagini patrimoniali, condotte con l’ausilio delle banche dati in uso al Corpo, nonché gli accertamenti finanziari eseguiti con interrogazioni all’Anagrafe dei rapporti sui conti correnti del Consorzio e su quelli risultati nella disponibilità degli amministratori che si sono alternati nell’attività di rilevanza penal-tributaria, hanno consentito alla Guardia di finanza di fornire alla magistratura prove e materiale necessario affinché il gip Andrea Migneco potesse emettere il suddetto provvedimento di sequestro preventivo di somme di denaro presenti sui conti correnti bancari intestati al Consorzio e, per equivalente, i beni mobili e immobili riconducibili al patrimonio personale dei due amministratori, compresi i depositi bancari e postali a loro riconducibili per un valore corrispondente all’evasione fiscale contestata.

(foto di repertorio)


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