SIRACUSA – “Questa giornata è dedicata alla “Virgo Fidelis”, patrona dell’Arma dei Carabinieri, proclamata da Pio XII con bolla pontificia dell’11 novembre 1949. Un riconoscimento che esalta la fedeltà nei secoli dimostrata dai Carabinieri verso le Istituzioni ed i cittadini anche a prezzo del supremo sacrificio. Si tratta di ricorrenza che è legata, ormai indissolubilmente, all’anniversario, della Battaglia di Culqualber, località dell’Abissinia, oggi Etiopia, dove il I° Battaglione Carabinieri mobilitato nel 1941, si sacrificò fedele al compito assegnato ed al giuramento prestato. Sacrificio che è valso il conferimento della seconda medaglia d’oro al VM alla Bandiera dell’Arma. Un intero reparto protagonista di un’azione fuori dal comune, 400 Carabinieri che diedero luogo ad un fatto d’armi che somiglia all’impresa delle Termopili. Posti a difesa di un estremo baluardo, su uno sperduto passo desertico, distante migliaia di km dall’Italia, stremati dalle fatiche e senza più viveri e munizioni, sottoposti agli incessanti bombardamenti inglesi, anziché arrendersi con l’onore delle armi, rituale cavalleresco, in base al quale il vincitore, riconosciuto il grande valore del vinto, si schiera in presentat’arm, mentre quest’ultimo sfila in parata, si predisposero a combattere all’arma bianca e con le mani nude cadendo quasi tutti in battaglia. Come si può spiegare un gesto di eroismo collettivo così estremo? È da premettere, che si tratta di un gesto eroico, che si manifesta alla fine del 1941, quando i Carabinieri, come del resto tutti gli altri nostri soldati, pensano ancora che la guerra possa essere vinta. L’8 settembre di due anni dopo, sarà molto diversa la situazione psicologica. In ogni caso, anche nella delicatissima fase di transizione dopo l’8 settembre, momento di massima difficoltà per i cittadini e le istituzioni, i Carabinieri sapranno comunque esprimere il loro attaccamento incondizionato all’ ideale più profondo ed autentico di Nazione, con una serie di episodi che segneranno la storia dell’Arma: dalla strenua difesa di Roma, al sacrificio di Salvo D’Acquisto, fino alla liberazione di Milano nell’aprile del 45 . Tornando a Culquaber non siamo comunque di fronte al sacrificio di un singolo, a Culquaber non erano né potevano essere presenti contemporaneamente 400 eroi. Allora il motivo che può aver spinto al sacrificio così tanti uomini, aldilà delle loro umane debolezze, va ricercato essenzialmente nella concomitante convergenza di una serie di importanti fattori: un forte sentimento nazionale, un sentito spirito di corpo ed una profonda motivazione esaltata dall’esempio del loro comandante, il Maggiore Alfredo Serranti, che cadde insieme ai suoi carabinieri. Ecco oggi non celebriamo una battaglia, celebriamo il sacrificio degli uomini che l’hanno combattuta, celebriamo la loro coerenza. Ricordiamo il loro valore, i loro ideali, il senso di profonda italianità. Commemoriamo ciascuno dei nostri Carabinieri, fedeli a Dio ed alla Patria sino alla morte. Da quel momento, Culqualber non è stato più solo il nome di un altipiano che si erge sulla strada per Gandar, ma ha rappresentato il significato stesso del sacrificio e dell’onore militare. E’ divenuto un punto di “quella sottile linea rosso-blù, i colori dell’Arma, che attraversa il Paese rendendo più visibile una storia di grandi e piccoli eroismi lontani da ogni tentazione di clamore e protagonismo”. Sentimento nazionale, spirito di corpo, coesione e motivazione sono i valori immutati che debbono ispirarci ancora oggi, insieme alla convinzione che la battaglia, affianco ai cittadini, contro le ingiustizie la criminalità ed il malaffare, può essere ancora vinta! Ed in questo solco, oggi si celebra anche la giornata dell’orfano. A tutti i carabinieri deceduti in servizio o comunque venuti a mancare all’affetto dei loro cari ed a tutti i familiari che con coraggio e dignità hanno sopportato e sopportano il proprio dolore, noi vogliamo rendere omaggio. Il legame dell’Arma con queste famiglie è indissolubile e non si è mai interrotto, come testimonia l’opera assistenza orfani militari Arma dei Carabinieri, ONAOMAC, ente morale istituito nel 1948 che si occupa, dell’assistenza ai figli dei carabinieri deceduti in servizio, sostenendoli sino al compimento degli studi, con finanziamenti che derivano dai contributi volontari, mensili, offerti proprio dagli appartenenti all’Arma. Ecco un altro esempio di spirito di corpo e coesione”.